PENSANO SOLO AI PROFITTI E NON AL FUTURO DELL’UMANITà€

by Sergio Segio | 4 Maggio 2012 7:09

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Ma nessun’altra azienda si è mostrata aggressiva o intransigente quanto la Exxon-Mobil nel negare la consolidata evidenza scientifica che sta dietro ai cambiamenti climatici. Nessun’altra azienda ha speso così tanti milioni di dollari per seminare il dubbio fra politici, giornalisti, imprenditori e cittadini. E considerando che nessun’altra azienda in tutta la storia umana ha mai avuto così tanti milioni di dollari a sua disposizione, non c’è da stupirsi che i suoi sforzi abbiamo dato frutti. Dopo vent’anni di propaganda l’opinione pubblica americana rimane confusa e divisa sui pericoli dei cambiamenti climatici. E il Governo federale non è riuscito a prendere misure serie per combattere un problema che al ritmo con cui sta progredendo renderà  il pianeta inabitabile entro la fine di questo secolo.
Beninteso, i dirigenti della Exxon-Mobil e delle altre compagnie petrolifere sanno benissimo che il riscaldamento globale rappresenta un pericolo reale. Come facciamo a saperlo? Grazie ai documenti interni che sono stati rivelati nel corso di un processo e che sono stati pubblicati dal New York Times. All’inizio degli anni 90, la Exxon-Mobil fu tra i fondatori di un gruppo di imprese, la Global Climate Coalition, che aveva come scopo di acquietare i timori dell’opinione pubblica per il riscaldamento globale e di bloccare iniziative ufficiali come il protocollo di Kyoto. Nel 1995, due anni prima che i leader mondiali firmassero il protocollo, la Global Climate Coalition ricevette un rapporto dal suo comitato di consulenza scientifico: questi scienziati accuratamente selezionati informavano la Exxon-Mobil e gli altri che le prove scientifiche del fatto che il riscaldamento globale era causato dall’attività  umana in realtà  erano «ben fondate e incontestabili». Come reagì la Global Climate Coalition a questa scomoda verità ? Semplice: il consiglio di amministrazione ordinò che non venisse diffusa pubblicamente.
E la Exxon-Mobil ha continuato con i suoi metodi truffaldini anche dopo che il Parlamento americano aveva bocciato il protocollo di Kyoto. Anzi, li ha potenziati ancora di più. Un promemoria su cui Greenpeace è riuscita a mettere le mani rivelava che questa campagna prevedeva il foraggiamento di scienziati «indipendenti» e centri studi della destra che mettevano in discussione le basi scientifiche della riduzione delle emissioni di gas. Avremo raggiunto la vittoria, diceva il promemoria, quando il cittadino medio avrà  compreso che la climatologia è una scienza piena di «incertezze» e giudicherà  misure come il protocollo di Kyoto «fuori dalla realtà ». La Exxon-Mobil, secondo Greenpeace, ha speso almeno 23 milioni di dollari fra il 1998 e il 2007 per sostenere questa campagna, nonostante le ragioni scientifiche per preoccuparsi dei cambiamenti climatici diventassero sempre più solide. Di fronte al consenso crescente del mondo scientifico e alle esortazioni dei gruppi ambientalisti affinché smettessero di anteporre i loro profitti al futuro ambientale dell’umanità , altre grandi compagnie petrolifere e case automobilistiche hanno ripudiato il loro precedente scetticismo.
La Exxon-Mobil, invece, ha continuato dritta per la sua strada. Quando le elezioni del 2000 hanno portato alla Casa Bianca i petrolieri George W. Bush e Dick Cheney, il colosso del petrolio è diventato ancora più aggressivo. La Exxon è solo l’esempio più estremo del comportamento dei colossi dei combustibili fossili, che considerano i loro profitti prioritari rispetto al futuro dell’umanità . La Exxon-Mobil e le altre compagnie petrolifere sono dinosauri che appartengono all’ordine energetico del XX secolo. Se lasciassimo decidere a loro non rinuncerebbero mai ai combustibili fossili che stanno arrostendo il nostro pianeta. Ecco perché non dobbiamo lasciar decidere a loro.
L’autore è ricercatore alla New American Foundation
(Traduzione di Fabio Galimberti)

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