Opere pubbliche, lavori per 100 miliardi
ROMA – Cento miliardi di euro da “attivare” e 400mila occupati a pieno regime. Un obiettivo «alla portata», dice il ministro dello Sviluppo Corrado Passera che ieri ha tolto il velo dalle opere infrastrutturali che da qui al 2015 dovrebbero rimettere in moto il Paese. Il volano di questo piano da realizzare entro il mandato del governo Monti, così come è accaduto con tutti i governi precedenti, sarà il Cipe.
Il primo gruppo di progetti approvati e le opere “confermate”, sommate al piano per il Sud, muoveranno da soli un terzo dei 100 miliardi, pari a circa 27,7 miliardi di euro e, come ha spiegato il ministro, «si portano dietro una cifra di 400 mila occupati, di cui 280 mila stabilizzati e 120 mila nuovi». Gli altri 75 miliardi di euro sono stati individuati in due grandi gruppi di opere: quelle le cui procedure sono state sbloccate e risultano cantierabili già tra il 2012 e la fine del prossimo anno, che ammontano a circa 24,5 miliardi (al netto di 6,7 miliardi che mancano ancora all’appello) e quelle “in corso di approfondimento”. Quest’ultimo pacchetto vale la metà dell’intero piano di sviluppo ed è pari a 51 miliardi, ma rappresenta anche un grosso punto interrogativo visto che per vederne aperti i cantieri occorrerà attendere tra il 2014 e il 2015. Intanto Passera pensa di poter «contare già a giugno, su una corposa riunione del Cipe in termini di risorse per le infrastrutture». In totale, quindi, l’esecutivo Monti conta di poter immettere in circolo nell’immediato quasi 50 miliardi sul totale di oltre 103 miliardi di euro tra fondi pubblici, privati e comunitari, tutti destinati alle opere infrastrutturali. All’interno di queste opere sono infatti compresi 2,7 miliardi di fondi regionali e 2,8 di investimenti privati.
«L’obiettivo che ci siamo posti – ha spiegato Passera presentando il dossier opere – è di mettere in moto interventi infrastrutturali per circa 100 miliardi entro la fine del mandato di questo governo. E vorrei sottolineare che non stiamo parlando solo di soldi pubblici, ma anche di interventi dei privati. È un obiettivo importante – ha proseguito – perché questi 100 miliardi rappresentano il 5 o il 6% del Prodotto interno lordo. Un qualcosa che può fare la differenza per questo Paese».
Ma secondo il ministro in gioco non ci sono soltanto la messa in moto del motore della “produzione” o l’avvio di una nuova fase di sviluppo dell’Italia: «Il principale traguardo della realizzazione di queste opere è per noi l’incremento dell’occupazione. La crescita non è fine a se stessa ma è destinata alla realizzazione di posti di lavoro».
Gli esempi di questo avvio di una nuova fase, secondo il ministero, non mancano. Alcuni progetti avrebbero già avuto, o stanno per avere degli effetti «concreti», secondo i tecnici del dicastero. Tra questi vengono citate delle infrastrutture come l’asse ad alta velocità Brescia-Treviglio, che ha ricevuto il benestare definitivo del Cipe nel dicembre scorso (valore: 2 miliardi di euro). Oppure la discussa metro C di Roma che il 23 marzo scorso ha visto assegnati 119 milioni di euro. Il governo mette in evidenza altre tre opere milionarie: l’asse ferroviario ad alta velocità Milano-Genova, terzo valico dei Giovi che vale 1,6 miliardi, passati sotto la lente del Cipe e approvati nel dicembre scorso; la nona tranche di lavori del Mose di Venezia (600 milioni nel dicembre 2011) e la statale 106 Ionica (semaforo verde del dicembre scorso per 700 milioni di investimento).
Accanto gli investimenti il ministero sottolinea come siano stati anche individuati e rivisti i punti deboli delle normative che regolano il settore. Sono stati ridotti di due terzi i tempi per il perfezionamento e la registrazione delle delibere Cipe alla Corte dei Conti. Inoltre, per rendere «facilmente finanziabili» le opere pubbliche e per attirare capitali privati, sono state introdotte nuove norme sul project financing e i project bond. Infine, per seguire da vicino l’iter delle opere, il ministero ha creato un apposito sito all’indirizzo http://cantieri.mit.gov.it.
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