Oggi le prime misure Monti vuole scacciare lo spettro dell’Aquila

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La memoria di tutti torna all’Aquila, alla notte del 6 aprile 2009: poi si seppe che poche ore dopo, al telefono, quelli della ‘cricca’ ridevano pregustando l’affare della ricostruzione. Il giorno il presidente Berlusconi prometteva il fulmineo varo delle new town, che poi si videro solo a Porta a Porta. 
Per questa ragione, in un momento durissimo per il nord Italia, Monti prova a marcare una differenza con il suo predecessore. Quando arriva la notizia, interrompe un incontro proprio con il presidente dell’Emilia Romagna Errani. Si precipitano davanti ai giornalisti. «L’impegno dello Stato sarà  garantito perché tutto avvenga nel modo migliore ed efficace», dice Monti, si rivolge a una terra, l’Emilia, «così speciale». «Faremo tutto quello che dovremo fare per dare la certezza che si ricostruisca, riconosceremo i danni alle imprese e ai cittadini e ricostruiremo attraverso un percorso rapido e semplificato. La popolazione colpita non sarà  lasciata sola», dice Errani. 
Il segnale della massima allerta delle istituzioni c’è? Quasi. La parata militare del 2 giugno non si ferma, benché nel giro di un’ora tutto il paese lo chieda: ma la scelta è del Quirinale. Quanto a Palazzo Chigi, lunedì 4 giugno sarà  lutto nazionale. E le misure che varate oggi avranno un orecchio attento alle proposte della politica. 
Dario Franceschini, democratico e ferrarese, in aula propone di modificare il decreto sulla protezione civile in discussione in commissione e inserire le deroghe al patto stabilità  «che sta mettendo i sindaci di ogni colore in una situazione insostenibile». Applausi bipartisan. La direzione del Pd, in corso dalla mattina, viene rinviata. Bersani parte per la ‘sua’ Emilia (è piacentino di Bettola). Quando arriva, fa un giro tra i capannoni e le fabbriche danneggiate fino al centro di Mirandola, zona rossa, portandosi dietro una telecamera di Youdem, la tv della casa. «Mi aspetto un decreto nel giro di 48 ore». L’esecutivo deve sospendere «le tasse per famiglie e imprese. Sono triste ma sicurissimo che ci rialzeremo. Bisogna dare una mano alle attività  produttive. Ho incontrato degli imprenditori, sono certo che ricominceranno la produzione». Magari prima meglio mettere in sicurezza i luoghi di lavoro: dieci operai sono morti per essere stati costretti a tornate in capannoni inagibil. 
Il crollo dei capannoni «pone dei problemi. Occorre aggiornare la mappa del rischio sismico e le norme per costruire in sicurezza in quelle aree», dice il ministro dell’ambiente Clini. Intanto il Pd dell’Emilia interrompe le feste e apre le strutture agli sfollati. E al governo propone di spostare «ogni adempimento fiscale, Imu compresa, in scadenza»; sospendere sfratti, mutui e cartelle esattoriali. Il consiglio dei ministri è un banco di prova. La pessima prova di Berlusconi all’Aquila, con tutte le differenze del caso, fu l’inizio della sua fine.


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