by Editore | 15 Maggio 2012 7:58
PARIGI – Forse non saranno i dieci giorni che cambiano l’Europa, ma una nuova pagina si apre. Oggi ci sarà il primo incontro tra Franà§ois Hollande e Angela Merkel, che aspetta a Berlino, dopo la cerimonia di investitura a Parigi, il nuovo presidente francese «a braccia aperte» dopo la severa sconfitta in Nord Renania-Westfalia proprio sulla questione del dilemma austerità /crescita. L’arrivo di Hollande, che si è fatto eleggere promettendo di rinegoziare l’austerità europea, «accelera la riflessione e crea una nuova dinamica», ha affermato Elio Di Rupo, primo ministro socialista belga e «amico da vent’anni» di Hollande.
Non è ancora certo che oggi Hollande presenti a Merkel il suo «memorandum», che sarà comunque pronto per l’esordio del neo-presidente a Bruxelles, il 23 maggio, al vertice informale. Sul tavolo, ci sarà quel giorno anche il programma per la crescita «senza spesa» in sei punti della Germania. Una decisione non è attesa prima del Consiglio europeo di fine giugno. Le grandi linee del memorandum di Hollande sono note: sblocco dei crediti europei inutilizzati, creazione dei project bonds per finanziare grandi progetti europei nell’energia e nelle infrastrutture, tassa sulle transazioni finanziarie e nuovo ruolo della Bce. In discussione c’è anche la proposta, analizzata ieri dal parlamento europeo, del Fondo di redenzione del debito (su proposta di Guy Verhofstadt, Daniel Cohn-Bendit e Roberto Gualtieri), per dare una garanzia collegiale ai debiti pubblici nazionali che superano il 60%.
Ieri c’è stata a Bruxelles una riunione dell’Eurogruppo, dove la Francia, che conoscerà solo oggi il nome del primo ministro e domani la composizione del governo di transizione (fino ai risultati delle legislative il 17 giugno), era rappresentata da un ambasciatore. Sul tavolo dei ministri delle finanze della zona euro: la crisi greca, la Spagna e le nomine (successione di Jean-Claude Juncker alla presidenza dell’Eurogruppo, presidenza del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità e un posto alla direzione della Bce).
Di fronte alle notizie confuse che arrivano da Atene, la posizione della Commissione e dei partner Ue è di fermezza: mercoledì scorso già non è stata versata alla Grecia l’integralità della tranche di aiuti prevista e ora c’è la minaccia di sospendere ogni intervento. In queste ore si sono moltiplicate le pressioni sui partiti greci perché trovino una soluzione politica in fretta (entro giovedì, in caso contrario in Grecia si rivota il 17 giugno). José Manuel Barroso ha ripetuto la posizione dei duri tedeschi: «Se gli accordi non vengono rispettati – ha minacciato il presidente della Commissione – non ci sono più le condizioni per continuare con un paese che non rispetta gli impegni». Come ha riassunto Der Spiegel, gli europei potrebbero essere tentati di dire «Acropoli addio!» e di spingere Atene a uscire dall’euro (e dalla Ue, i trattati non prevedono altro), visto che, come ripete da giorni Wolfgang Schaà¼ble, ministro delle finanze tedesco che aspira alla presidenza dell’Eurogruppo, «la zona euro ha le spalle abbastanza larghe per sopportare l’uscita della Grecia».
Redini invece più lunghe per la Spagna: ormai è certo che Madrid non riuscirà a rispettare gli impegni del 3% di deficit entro il 2013 (le previsioni parlano di 6,3%) e potrebbe essere dato più tempo. La decisione, comunque, non verrà presa prima di fine mese, dopo il rapporto della Commissione sulle politiche e le riforme strutturali, previsto il 30 maggio. Venerdì ci sarà il primo incontro bilaterale tra Hollande e Mario Monti, a margine del vertice di Camp David.
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CDU, CHE BATOSTA Una brusca flessione quella subita dal partito di Angela Merkel – che resterà comunque cancelliera fino al settembre 2013 – alle elezioni regionali in Nordreno-Vestfalia, il Land più popoloso della Germania
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