Nel 2011, 72 civili uccisi dai raid della Nato

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La Ong accusa l’Alleanza di non riconoscere la portata, in vite umane tra la popolazione civile, dei danni provocati dalla campagna contro l’ex raìs Muammar Gheddafi. La Nato «ha mancato di riconoscere decine di vittime civili provocate dai raid aerei durante la sua campagna del 2011 in Libia – sottolinea il rapporto – e non ha indagato sugli attacchi illegali». Il rapporto di 76 pagine – titolo: «Morti non riconosciute: vittime civili della campagna aerea della Nato in Libia» – esamina nel dettaglio otto raid aerei dell’Alleanza che hanno provocato 72 vittime i civili, compresi 24 bambini e 20 donne. Per Fred Abrahams, consigliere di Human Rights Watch e autore principale del rapporto «gli attacchi sono permessi solo contro obiettivi militari e seri punti interrogativi rimangono in alcuni incidenti sugli esatti obiettivi delle forze Nato». L’Hrw, pur riconoscendo che il numero di vittime civili nella campagna libica è «basso, considerato la portata dei bombardamenti e la durata», denuncia «l’assenza di chiari obiettivi militari in sette degli otto siti visitati da Hrw e solleva timori di una possibile violazione delle leggi di guerra, su cui si dovrebbero indagare». A partire dal prossimo summit della Nato del 20-21 maggio a Chicago.


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