Monti: “Troveremo la soluzione per tenere la Grecia nell’euro” I

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Presidente Monti, la Grecia riuscirà  a rimanere nell’euro? «Io penso che i greci vogliano restare nell’euro. Non tutti sono disposti a fare qualsiasi cosa per rimanerci, ma man mano che ci avviciniamo al 17 giugno, il giorno del voto, crescerà  la volontà  politica in questo senso. Certamente l’Europa non può rinunciare o ridurre in maniera significativa gli impegni che ha chiesto alla Grecia per concedere gli aiuti. Io penso che si troverà  un punto di equilibrio, ma, a prescindere da quello che verrà  fatto per Atene, noi non riusciremo a dare veramente respiro all’Europa e all’Eurozona se non verrà  deciso un programma più sostanzioso per la crescita, da accompagnare al risanamento dei conti pubblici».
Ma nel breve termine, è difficile capire, senza l’aiuto della Bce, come la Grecia possa riuscire a coprire anche le esigenze di finanziamento, in una fase in cui i soldi stanno fuggendo via dal Paese. C’è una soluzione?
«Ovviamente la missione più importante della Bce è provvedere affinché venga salvaguardata l’integrità  della moneta unica. Perciò la mia opinione è che la Bce, le istituzioni della Ue e le autorità  greche, troveranno una soluzione. Non sarebbe la prima volta nella storia dell’Unione Europea che quando gli europei vanno a sbattere contro un muro, si trova una soluzione. Però è effettivamente una situazione molto seria».
Ma quando lei parla della necessità  di un programma per la crescita in Europa, sta dicendo che è ora di farla finita con i programmi di austerità ?
«Prima di tutto non mi piace parlare di austerità , preferisco parlare di disciplina di bilancio. Quest’ultima si traduce in austerità  se non è accompagnata da altre politiche. La disciplina di bilancio, a mio parere, rimarrà . L’Italia ha fatto enormi sforzi per rispettarla e ora è il Paese, nella Ue, che raggiungerà  il pareggio di bilancio strutturale prima di tutti gli altri, il prossimo anno; anzi, ha un leggero avanzo strutturale. Eppure la crescita non arriva».
Ma come fare? In Italia avete fatto un risanamento più radicale di tutti gli altri Paesi, e avete fatto anche le riforme strutturali. Ora come fare per stimolare la domanda, per fare in modo che qualcuno compri i vostri prodotti? Sta dicendo che volete che la Germania compri da voi?
«Noi stiamo migliorando la nostra posizione in termini di competitività , grazie alle riforme strutturali. Ma stiamo fortemente limitando la domanda interna a causa del risanamento dei conti pubblici. Deve esserci un potenziamento della domanda in tutta Europa. In Italia per esempio abbiamo ottenuto ottimi risultati per i conti pubblici: ma questi saranno sostenibili sul lungo termine se il Pil non aumenterà  attraverso la crescita?»
Che cosa pensa del fatto che le democrazie occidentali si sono cacciate in seri guai, e che in pratica la democrazia è stata quasi sospesa e si sia scelto di risolvere la crisi con una sorta di “zar” non eletto e a lei è stato chiesto di risolvere la situazione. Secondo lei la democrazia può gestire questa crisi?
«La democrazia deve riuscire a gestire tutto ciò. Come? Beh, io penso che la ragione per la quale le democrazie hanno ben pochi strumenti per affrontare questi problemi e risolverli è che oggi sono cambiate e pensano esclusivamente a breve termine. Troppo breve. Il coesistere di media molto importanti, di elezioni troppo frequenti, e addirittura di social network che hanno la tendenza a polarizzare l’opinione pubblica verso posizioni sempre più radicali… Ebbene la combinazione di tutti questi fattori ha come conseguenza il fatto che i politici – quelli di professione – tendono a preferire soluzioni che implichino spese a breve termine, mentre accettano con estrema riluttanza quelle che potrebbero portare benefici a più lungo termine, e solo nel caso in cui debbano affrontare crisi molto gravi. Il problema è come riconciliare le democrazie elettive tradizionali, che tutti noi amiamo, con prospettive di lungo periodo. Penso che una democrazia che voglia sopravvivere dovrà  dotarsi di più leadership e non soppravviverà  invece se si creeranno più “followership” che leadership». 
Si sente di poter affermare con fiducia che quella che uscirà  da questa crisi sarà  un’Europa più integrata e più forte? 
«Sì, sono fiducioso. E mi sento anche di affermare che la crisi della Grecia ha confermato in modo evidente che l’Europa diventa più adulta e più forte con le crisi, perché nel tentativo di superare il caso Grecia, abbiamo acquisito un livello molto più alto di coordinamento delle politiche fiscali nazionali e abbiamo messo in atto un insieme di “firewall” contro il contagio. Ora, è ovvio che su questo siano auspicabili progressi». 

Copyright CNN – GPS show
Traduzione di Anna Bissanti e Fabio Galimberti


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