Monti: «20 miliardi entro fine anno»
«Il governo – ha aggiunto Monti subito dopo il varo – intende recepire la direttiva Ue sui ritardati pagamenti entro fine 2012, in anticipo rispetto alla scadenza di marzo». «Nella consapevolezza del ruolo centrale delle imprese nel rilancio della nostra economia in un quadro finanziario risanato, come quello che abbiamo realizzato – ha concluso il premier – pensiamo sia giunto il momento e ci siano le possibilità tecniche per sistemare parzialmente il problema di liquidità della imprese». Ma quale sarà il sistema di pagamento adottato? In parte lo ha spiegato il viceministro all’Economia Vittorio Grilli, mentre successivamente è stato diffuso un comunicato da Palazzo Chigi con alcune specifiche. «Il primo obiettivo – ha spiegato Grilli – è quello di dare alle aziende, anche nel periodo in cui attendono il pagamento dalla pubblica amministrazione, la possibilità di ottenere liquidità da parte del sistema bancario, oppure di compensare i propri debiti con i crediti. C’è – ha concluso il viceministro – un doppio intervento di liquidità ». «Le aziende che hanno crediti riconosciuti con la pubblica amministrazione – ha chiarito Palazzo Chigi – potranno compensarli con debiti iscritti a ruolo alla data del 30 aprile 2012 o ottenere un’anticipazione bancaria assistita da una garanzia fino al 70% (elevabile fino all’80%) con un importo massimo pari a 2,5 milioni di euro. In alternativa, si potrà cedere il credito a intermediari finanziari riconosciuti». Grilli ha infine chiarito che «dal pacchetto non si avrà nessun impatto sul debito», visto che si tratta di triangolazioni con le banche attraverso le certificazioni e di scambi crediti/debiti, quindi già tutti iscritti nel debito. Una successiva dichiarazione di Monti ha poi aperto una polemica nei partiti che compongono la maggioranza: il capo dell’esecutivo ha spiegato di essersi «riferito ad Alfano che ha proposto di affidare una delega al governo per la compensazione di debiti e crediti e allineare l’Italia all’Europa per il pagamento dei debiti». Personaggi come Capezzone, Quagliarello e Cicchitto hanno subito «capitalizzato» l’ assist , mentre il Pd ha protestato: «Monti cita Alfano, ma la proposta è del Pd, trasmessa formalmente al ministro Passera qualche settimana fa – spiega Francesco Boccia – L’unico punto che non ci piace molto è che l’anticipazione del credito da parte delle banche copre il 70% e non il 100: dalle banche si può pretendere di più». Dibattito anche sullo stock effettivo del debito rispetto alle imprese: secondo Grilli sono «svariate decine di miliardi, ma non ci sono stime precise». Lo stesso viceministro, per fare un esempio, si è riferito ai 70 miliardi di euro stimati da Confindustria, cifra verosimile anche secondo la Cgia di Mestre. Anzi, gli artigiani veneti «scompongono» il debito, e affermano che ben 37,8 miliardi sono dovuti dalle sole Asl (pari al 54% del totale). Seguono i Comuni, con un importo da saldare pari a 14 miliardi di euro (20% del totale), i ministeri (11,9 miliardi, 17% del totale), le Regioni e altre amministrazioni locali (6,3 miliardi, 9% del totale). Oltre ai decreti, si è stipulato un accordo all’Abi, tra banche e imprese, per permetterne l’«applicabilità ». La leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha espresso soddisfazione. Critica invece la Cgil, che parla di «soluzione ancora lontana»: «Il grosso del debito è nei Comuni, e a monte va risolta la loro situazione fiscale, oltre a tener conto del buco nero dei derivati».
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