by Editore | 7 Maggio 2012 4:05
Due uomini della stessa età ma opposti per nascita e cultura, uno con delle radici contadine ben salde (la France profonde) e una carriera brillante. L’altro figlio dell’erranza cosmopolita, non abbastanza francese forse. Uno favorito dai sondaggi, l’altro convinto che ci sarebbe stata una sorpresa domenica sera. I miei amici voteranno Hollande.
«Moi franà§aise…» (per nascita, Navarra, e cultura sono profondamente legata alla Francia) non l’avrei votato. Non amavo «la force tranquille» di Franà§ois Mitterrand e 31 anni dopo non amo «la normalità » di Franà§ois Hollande.
Cos’è poi un uomo normale? Lui ha cercato di spiegarlo in questi mesi con voce strozzata in discorsi imparati a memoria, poco suggestivi e pieni di demagogia.
Il suo nemico: i mercati. Trop facile.
Capisco l’irritazione che provoca il presidente uscente, quello «du pouvoir d’achat» arrivato nel 2007 con delle promesse: «travailler plus pour gagner plus» contro le 35 ore dei socialisti. Ha commesso tanti errori, la crisi non ha risparmiato nessuno, e il suo bilancio è mediocre. Non è un uomo colto né fine, è solo iperattivo. Il a rétréci la France.
Il nuovo Hollande ha un linguaggio vecchio mentre il vecchio Sarkozy (5 anni al potere logorano) sembra avere delle nuove energie.
«Moi franà§aise…» non l’avrei votato.
I francesi votano, à vous de voir.
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