Mesagne, dove è nata la Sacra corona unita, epicentro di una nuova offensiva del racket

by Editore | 20 Maggio 2012 14:12

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Ma il paese di Mesagne è un elemento che torna. Prima di tutto perché di Mesagne erano originarie la maggior parte delle ragazze ferite e la vitima, Melissa Bassi. L’esplosione è avvenuta in contemporanea all’arrivo dell’autobus che portava a scuola i ragazzi della città . Un caso? Potrebbe essere, visto che il timer ritrovato era posizionato sulle 7:55, mentre l’esplosione è avvenuta dieci minuti prima. Però Mesagne non è un posto qualunque. Tra i paesi più popolosi del Salento (circa 30mila abitanti) è considerata la culla della Sacra Corona Unita. Perché proprio qui, il 13 agosto del ’46, è nato Giuseppe Rogoli, considerato dagli inquirenti il “fondatore” della Scu, a cui tutti hanno pensato quando si è fatta strada la pista mafiosa. Per quanto al momento questa sia solo un’ipotesi e neanche la più accreditata. Ma non basta. Proprio Mesagne è stata oggetto nelle ultimissime settimane di qualche evento di non poco conto. «Nei mesi scorsi si è verificata una recrudescenza del racket nella zona del brindisino e di Mesagne – racconta Francesco Fistetti, ordinario di Storia della Filosofia all’università  di Bari, consigliere di Sel nella provincia di Brindisi e profondo conoscitore del territorio – fino ad arrivare all’attentato vero e proprio contro l’auto del presidente dell’associazione antiracket». Si tratta di Fabio Marini, produttore cinematografico di Mesagne: «Qui ci conosciamo tutti e conosco anche la vittima purtroppo – dice Marini – sono sconvolto, e per il momento non so dare una valutazione. Sì, certamente conosciamo il racket e lo combattiamo. Ma una cosa del genere non era mai successa». La stessa valutazione che fanno anche gli inquirenti. Il modus operandi non sembra quello della Sacra Corona Unita. Eppure: a Mesagne si è svolta il 9 maggio un’importante operazione anticrimine, che ha portato in cella 16 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere con finalità  mafiose, droga ed estorsione. Una “botta” per la Sacra Corona Unita, che aveva anche subito un altro attacco considerato pericolosissimo dalle mafie: alcuni terreni erano stati confiscati. La bomba davanti alla scuola è un avvertimento per le forze dell’ordine e per tutta la cittadinanza? Che nessuno collabori? E’ possibile, nonostante un attentato di questo genere possa portare alla reazione esattamente opposta. E allora? C’è anche un’altra ipotesi, che vede ancora Mesagne al centro delle indagini. Un atto di criminalità  “comune”: una vendetta contro qualcuno, un avvertimento. Una questione – insomma – locale. Che non ha alcuna pretesa di parlare al paese, ma che certo dà  la misura di un imbarbarimento sociale.

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