Merkel indebolita riceve Hollande «Nulla è cambiato»
BERLINO — La politica europea della Germania «non cambia» dopo una sconfitta in un voto regionale, sia pure «dolorosa e amara». Ma Angela Merkel avrebbe fatto volentieri a meno di incontrare per la prima volta Franà§ois Hollande proprio due giorni dopo il catastrofico risultato della Cdu in Nord Reno-Westfalia, il Land di diciotto milioni di abitanti che produce un quinto del Pil tedesco.
Lei lo voleva stoppare, schierandosi apertamente per la riconferma di Nicolas Sarkozy. Lui invece ha vinto e arriva oggi a Berlino, sull’onda del successo, per rimettere in discussione l’accordo a Venticinque sulle discipline di bilancio e per rivendicare la necessità di promuovere la crescita e creare nuovi posti di lavoro in un’Europa stremata dalla crisi. E lo farà parlando un linguaggio non diverso da quello di un’opposizione socialdemocratica rivitalizzata dal trionfo di Hannelore Kraft e con cui la Merkel deve affrontare una delicata trattativa per la ratifica parlamentare del Fiscal Compact. Il rischio di un accerchiamento esiste.
«Non c’è contraddizione tra una solida politica di bilancio e la crescita», ha ribadito ieri la cancelleria, per gettare acqua sul fuoco alla vigilia dell’arrivo del nuovo inquilino dell’Eliseo. Uno dei principali collaboratori di Hollande, Pierre Moscovici, aveva detto nei giorni scorsi di ritenere possibile un compromesso con la Germania. Sono in molti a ipotizzare un accordo per una iniziativa europea sui temi dello sviluppo che potrebbe affiancare quel patto fiscale che Berlino si rifiuta categoricamente di rinegoziare. Ma le ricette sono diverse. La Francia pensa al finanziamento di grandi progetti in grado di creare nuovi posti di lavoro, la Germania vuole riforme strutturali e respinge scenari che comportino nuovi indebitamenti. Qualunque sia il clima, sarà «una prima presa di contatto», hanno spiegato gli sherpa che stanno preparando questo faccia a faccia molto atteso.
Intanto, però, la cancelliera ha avuto altri problemi per la testa. Alla Fondazione Adenauer era al suo fianco il ministro dell’Ambiente e candidato governatore della Cdu in Nord Reno-Westfalia Norbert Rà¶ttgen, l’uomo che tutti indicano come il responsabile del disastro e che la Sà¼ddeutsche Zeitung ha punzecchiato ricordando il titolo di un suo recente libro, I migliori anni della Germania devono ancora arrivare. «Questo — ha osservato il quotidiano di Monaco — non vale però per lo stesso Rà¶ttgen». Poco prima il portavoce Steffen Seibert aveva annunciato che il governo non avrebbe «subito cambiamenti». Berlino, insomma, è lontana da Dà¼sseldorf. «La gente — ha insistito Angela Merkel — sapeva che si trattava di un’elezione regionale e che non ero io a presentarmi». Questo non vuol dire che le dimensioni dell’insuccesso siano state minimizzate. «Quanto è accaduto — ha continuato — avrà conseguenze. Abbiamo riconosciuto quali saranno i nostri compiti. C’è ancora molto lavoro da fare».
Le elezioni federali, infatti, sono in programma tra meno di un anno e mezzo. Per la Cdu si tratta di evitare il contagio. Angela Merkel, forte della sua popolarità personale, dice di guardare «con serenità » al voto dell’autunno prossimo e sembra non temere una possibile sfida tutta al femminile con Hannelore Kraft. Almeno ufficialmente. «Le candidature alla cancelleria della Spd — ha detto rispondendo ad una domanda su questo argomento — non dipendono da me. Si tratta di qualcosa che è fuori dai confini della mia competenza e della mia sfera di influenza. Quindi lascio che accada». Ma la forte affermazione della figlia del tranviere di Mà¼lheim sta agitando un po’ tutti.
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