Marchionne sposta negli Usa un pezzo di Fiat

by Editore | 31 Maggio 2012 6:38

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TORINO – Una parte della vecchia Fiat lascia la sede legale di Torino. Lo fa fondendosi con la controllata americana Cnh, che ha già  la sede in America ed è quotata a New York. A Wall Street sarà  quotata anche la società  che nascerà  dalla fusione tra Fiat Industrial e Cnh. Il nuovo soggetto «non porterà  il nome Fiat» e probabilmente manterrà  nella nuova denominazione la sigla Cnh. Sarà  anche quotato, «in via secondaria», su un mercato europeo ma quasi certamente quel mercato non sarà  Milano. Tutta l’operazione sarà  completata entro fine 2012. Una analoga strada sarà  seguita prossimamente anche da Fiat e Chrysler? Alla domanda Sergio Marchionne risponde semplicemente: «E’ possibile, ma non è un problema di adesso. Prima dovremmo acquistare dal fondo Weba le restanti azioni di Chrysler. Non facciamo dietrologie su questa storia».
La fusione era nell’aria. E’ necessaria per superare quella che Marchionne definisce «l’anomalia di avere Fiat Industrial che vale in borsa 9,6 miliardi e Cnh che nel vale 8». Due società  sostanzialmente dello stesso valore in cui però la prima controlla la seconda anche se hanno due diverse quotazioni azionarie. La differenza rispecchia i diversi andamenti di Wall Street e Piazzaffari in questo periodo. E non c’è dubbio che, dovendo scegliere in quale delle due Borse quotare la nuova società , la scelta sarebbe caduta su quella newyorkese. La sede legale migrerà  invece da Torino in Olanda, dove peraltro era stata, per un certo periodo, la sede della stessa Fiat Auto. Una localizzazione dettata da vantaggi fiscali che farebbe ritenere probabile la quotazione secondaria europea alla Borsa di Londra.
In una lettera ai dipendenti di Fiat Industrial, Sergio Marchionne, che della società  è presidente, tende a fugare i timori su possibili riduzioni di organico conseguenti alla fusione: «Cambierà  la struttura del capitale, non cambia l’assetto operativo», scrive il presidente che aggiunge: «Per chi lavora in stabilimento come per chi lavora in ufficio, non cambierà  nulla se non che si aprono nuove prospettive di fronte a voi». Niente conseguenze sull’occupazione dunque. 
Ora l’iter della fusione dovrebbe procedere a tappe ravvicinate. Le due società  si fonderanno per assorbimento, senza effetti sulle attuali azioni. L’operazione dovrà  essere ratificata dai due consigli di amministrazione e l’obiettivo dichiarato è concluderla «entro il 2012». Un timing interessante se sono vere le indiscrezioni su una possibile accelerazione delle trattative con il fondo Weba per l’acquisto da parte di Fiat della totalità  di Chrysler. Anche questa operazione infatti potrebbe concludersi entro la fine dell’anno. In questo modo nei primi mesi del 2013 potrebbe partire l’operazione di fusione tra Fiat e Chrysler e il Lingotto si presenterebbe tra dodici mesi con due nuove società , probabilmente ambedue quotate a New York come piazza principale, che operano nei mezzi di servizio e nell’auto. Ma forse, come dice Marchionne, «è meglio non fare troppe congetture». Prima di tutto è necessario superare lo scoglio del 17 giugno, data del voto in Grecia, che potrebbe essere decisivo per il futuro dell’area euro.

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