«Studiato l’obiettivo I terroristi pronti a entrare in azione»

by Editore | 18 Maggio 2012 9:13

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ROMA — L’«inchiesta» dei terroristi per studiare le abitudini del prossimo obiettivo potrebbe essere già  terminata con una «cellula» pronta a colpire. È questo il timore più forte che emerge dalla riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato ieri al Viminale per affrontare l’emergenza eversiva dopo il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi avvenuto dieci giorni fa a Genova. Perché gli elementi raccolti sui movimenti anarcoinsurrezionalisti che hanno agito negli ultimi mesi in Italia e all’estero confermano come la strategia sia quella di pianificare sempre azioni coordinate. È vero che l’ultimo attacco ha manifestato un salto di qualità  visto che si è passati dalle spedizioni esplosive ai colpi di pistola. Ma altri agguati potrebbero essere già  stati pianificati, come del resto viene annunciato nel volantino di rivendicazione recapitato venerdì scorso al Corriere della Sera.
Sette azioni, tanti quanti sono «gli altri fratelli greci» detenuti proprio come Olga Ikonomidou alla quale è stata intitolata la «cellula» che ha siglato il primo attentato, sono state annunciate nel documento siglato dalla Fai, la Federazione anarchica informale. Ed è su questo che adesso lavorano gli esperti dell’Antiterrorismo e dei servizi diintelligence nell’attività  di indagine e di prevenzione che cerca di fronteggiare la minaccia. Con un’attenzione particolare a domenica e lunedì quando ci sarà  la nuova scadenza elettorale con i ballottaggi delle amministrative.
Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri conferma che i 1.500 militari da impiegare nei servizi di vigilanza fissa saranno scelti tra quelli già  impiegati in ordine pubblico e dovranno «piantonare» almeno 400 postazioni. Agli edifici già  sorvegliati (circa 14 mila gli obiettivi sensibili) si aggiungono le sedi di Finmeccanica e di Equitalia, quelli delle aziende che hanno dipendenti in cassa integrazione oppure sono a rischio chiusura, ma anche i cantieri della Tav e alcuni tratti della linea ferroviaria. Diverse sono le modalità  per il dispositivo di scorta e tutela con «oltre 550 persone sottoposte a protezione, e oltre 2.000 operatori di polizia impegnati». Su questo tasto ha battuto il ministro Cancellieri che nel comunicato diramato al termine della riunione ha ribadito come «una particolare attenzione è stata rivolta alla delicata attività  del personale dei settori della Pubblica Amministrazione che sono oggetto di contestazione anche violenta».

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