«Sobria» la parata del 2 Giugno
ROMA — L’Emilia non sarà lasciata sola. «Lo Stato c’è» e farà per le popolazioni colpite dal terremoto «tutto quello che deve fare», nei tempi più brevi e nel modo migliore possibile. Mario Monti promette aiuto e chiede fiducia ai cittadini, assicura che l’impegno del governo «sarà garantito da subito» e prova a stroncare sul nascere le polemiche sulla prevenzione. Le istituzioni, scandisce il presidente del Consiglio, «non sono impreparate».
Lunedì 4 giugno sarà lutto nazionale, ma i gesti simbolici e le parole di cordoglio non bastano a lenire le ferite e asciugare le lacrime. Da parte del governo «non ci sarà nessun momento di debolezza» assicura il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, Palazzo Chigi lavorerà perché «si rialzi in fretta la testa». Il primo atto concreto lo rivela, a Ballarò, il presidente della Regione Vasco Errani: «Il governo rinvierà gli adempimenti fiscali e anche quelli per il pagamento dei mutui». Misure di cui si parlerà oggi stesso in un Consiglio dei ministri straordinario chiamato a licenziare un provvedimento d’urgenza per affrontare i danni, gravissimi, inflitti dal secondo sisma. Sedici morti alle dieci di ieri sera, 14 mila sfollati, centinaia di feriti. Servono soldi, tanti. E il governo sta valutando diverse ipotesi. Dall’anticipo dei risparmi previsti dalla spending review fino all’aumento di 2 punti di Iva, eventualità che Monti sperava di poter scongiurare. Ma ieri il provvedimento di cui si parlava con maggiore insistenza era il ritocco di 2 o 3 centesimi delle accise sulla benzina, soluzione fortemente impopolare che darebbe però ricavi immediati.
Dal web è partita un’ondata di commozione e solidarietà , che col passar delle ore si è tradotta in un appello ad annullare la parata del 2 Giugno per destinare i soldi alla ricostruzione. La richiesta è stata rilanciata dai sindacati, da Emergency e da alcune forze politiche come Lega, Idv e Sel. Il governo ha reagito con freddezza, ma poi ha dovuto prendere in considerazione l’eventualità di cancellare la Festa della Repubblica. «Non so se la soppressione della parata può avere un effetto positivo» ragionava dubbioso il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. E Piero Giarda — che dopo il sottosegretario Antonio Catricalà al Senato, ha tenuto l’informativa alla Camera sul disastro — dichiarava che ne avrebbe «parlato con chi di dovere». Finché alle otto di sera Napolitano ha deciso che le celebrazioni non saranno annullate, ma si terranno «con sobrietà » e saranno dedicate alla memoria delle vittime. D’altronde, spiegano al ministero della Difesa, molti dei soldi impegnati per la parata, che vedrà sfilare 2.584 militari contro i 4.919 del 2011, sono stati già spesi. Il costo complessivo non dovrebbe superare i 2 milioni e 900 mila euro, con un risparmio di un milione e mezzo almeno rispetto allo scorso anno. Ma Di Pietro attacca: «È di pessimo gusto, come dire che con un brindisi e una preghiera si risolve tutto…».
Bersani si aspetta un «decreto ad hoc entro 48 ore». Il Consiglio dei ministri è convocato per le 9 di oggi, ma il terremoto non figura all’ordine del giorno. Eppure Monti tranquillizza: «Il Cdm valuterà l’impegno economico e finanziario per la ricostruzione. Tutto quello che occorrerà fare lo faremo, per il ritorno a una vita normale, civile e produttiva di questa zona così importante, che ha dato prova di giovare allo sviluppo del Paese». Dopo il primo sisma, quando andò a visitare le popolazioni, il premier fu applaudito ma anche contestato e ora rivolge agli emiliani un appello alla fiducia: «I cittadini si rendano conto che un terremoto non è colpa dello Stato, mentre lo Stato deve rendersi conto che i cittadini colpiti molto si aspettano dallo Stato». Si aspetta molto anche il Pd e il capogruppo Dario Franceschini lo dice in Aula, alla Camera. Incalza il governo a non parlare di mera «copertura», chiede una deroga al patto di stabilità per consentire ai Comuni di spendere e incassa l’appoggio di Pdl, Idv e Lega, poi sprona ad approvare una legge quadro sulle calamità nazionali. Pur tra mille difficoltà , la macchina dei soccorsi è al lavoro. «È un cooperare molto fecondo e sincero» ha osservato Monti, spendendo parole sulla «positività » della triangolazione fra Protezione civile, autorità locali e la Regione Emilia Romagna.
Oltre mille i vigili del fuoco già sul posto, armati di attrezzature specifiche come geofoni e termocamere. Ma visto «lo stato emotivo della popolazione» contare gli sfollati «è impossibile» allarga le braccia il capo della Protezione civile Franco Gabrielli dopo il vertice operativo a Marzaglia (Modena) con Errani e il ministro dell’Interno. Cancellieri promette rinforzi contro gli sciacalli e assicura che il sistema di sicurezza sarà intensificato: «Perché le persone che hanno lasciato le loro abitazioni non abbiano l’impressione che sia terra di nessuno». E l’esercito, entrerà in azione? «Tutto quello che è necessario sarà fatto — rassicura Cancellieri —. Deciderà il prefetto Gabrielli». Sulle cause dei crolli ci sono già due inchieste aperte, a Modena e a Ferrara. E il capo della Protezione civile dice che quando le verifiche saranno ultimate darà indicazioni agli abitanti «sulle cose che possono essere sicure e su quelle che possono esserlo meno».
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