Lo sciopero atipico di Occupy

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La festa dei lavoratori, osservata a livello internazionale per ricordare le vittime della strage di Haymarket a Chicago, in cui nel 1886 persero la vita alcuni operai durante una manifestazione per chiedere la riduzione a otto ore dell’orario di lavoro, non viene celebrata proprio negli Stati uniti. Il Labor Day, che cade il primo lunedì di settembre, è il giorno che il presidente Cleveland scelse per onorare gli sforzi dei lavoratori, ma senza alcun significato politico. Solo dal 2006, infatti, il May Day è rinato come giornata di mobilitazione contro le politiche del governo Usa, nei confronti degli immigrati. Quell’anno centinaia di migliaia di persone a Los Angeles, New York e in altre città  non si erano presentate al lavoro e avevano marciato con lo slogan «Un giorno senza gli immigrati». Non a caso, Occupy Wall Street ha ribattezzato il suo sciopero «Un giorno senza il 99%», proprio per ricordare che la mobilitazione non appartiene solo a una categoria, ma a tutti coloro che chiedono un cambiamento.
I collettivi degli studenti hanno aderito subito all’iniziativa. I vari gruppi di Occupy all’interno dei campus universitari, dalle prestigiose Columbia e New York University, all’ ateneo pubblico Cuny, parteciperanno allo sciopero accompagnate anche da alcuni licei. Tuttavia, l’idea del movimento, si è scontrata con il veto dei sindacati.
«Non ci sarà  lo sciopero, per motivi di legalità  prima di tutto, visto che dal 1947 i sindacati non possono prenderne parte, ma questa non è l’unica ragione», ha raccontato Jacqueline Di Salvo, attivista vicina a Ows e docente di letteratura inglese al Baruch College, che ha parlato di una spaccatura interna al movimento, tra le fasce più anziane e vicine ai sindacati, contrarie allo sciopero, e i giovani lavoratori precari, che hanno portato avanti l’idea fino all’ultimo. «Solo di recente – ha aggiunto la professoressa -, i sindacati hanno assunto un atteggiamento più militante e quando è nato Ows lo scorso autunno, alcuni sembravano pronti a collaborare, ma restava la paura che il gruppo fosse troppo radicale».
Come compromesso per aggirare i divieti il movimento ha chiesto e ottenuto il permesso dal comune di New York per la marcia che da Union Square arriverà  a Battery Park. «Il motivo per cui si vuole agire in modo legale è per tutelare i centinaia di lavoratori immigrati che scenderanno in strada, molti di loro sono irregolari e sarebbero deportati in caso di arresto», ha spiegato Di Salvo.
Attraverso i volantini colorati distribuiti a Union Square, come in altre piazze simbolo della protesta, gli organizzatori del movimento hanno illustrato le loro ragioni: «Vogliamo coinvolgere persone che vengono da contesti diversi. Se i sindacati hanno deciso di non unirsi a noi, il nostro sarà  uno sciopero atipico, ma pur sempre importante. Siamo consapevoli che per molti è impossibile saltare il lavoro, ma ognuno può dare il suo contributo, anche solo indossando una spilla mentre va in ufficio».
Il merito di Ows, secondo la docente, è proprio quello di essere il primo movimento di massa contro la classe dirigente, capace di interagire con i gruppi per la difesa degli immigrati, con gli studenti, con le famiglie, e «che ha attirato da subito l’attenzione dei sindacati».
L’ala più radicale di Ows ha fatto sapere di voler dare comunque un segnale forte e tenterà  azioni improvvise, come il blocco di ponti, tunnel e delle principali arterie del traffico urbano. «Non sappiamo neanche noi cosa abbia programmato la fascia più radicale del movimento, sicuramente alcuni cercheranno di rioccupare Zuccotti Park, con molte altre sorprese», ha commentato Di Salvo. La polizia ha già  annunciato la linea dura nei confronti di coloro che bloccheranno la città . «Proteggeremo il diritto di manifestare di tutti. Ma nessuno ha il diritto di rovinare la giornata al resto della comunità », ha dichiarato il sindaco Michael Bloomberg.
Nel resto del Paese, l’atmosfera di mobilitazione è altrettanto vivace. Secondo le stime del movimento Occupy, diverse proteste sono state organizzate in 115 città  americane. A Seattle e in California, da Oakland a Los Angeles, si terranno marce ed eventi in piazza, mentre a San Francisco i manifestanti cercheranno di occupare il Golden Gate Bridge. Nella Costa Est sono previste mobilitazioni a Philadelphia, Chicago e Washington Dc.


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