«Il vento scuote la casa di Dio» Ma il Papa invita i fedeli alla fiducia

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CITTA’ DEL VATICANO — Saranno in molti, e non solo pellegrini, a cercare di leggere oggi fra le righe del discorso che Benedetto XVI pronuncerà  a mezzogiorno per la festa della Pentecoste, dalla finestra del suo studio privato. La Pentecoste è una festa fondamentale per la Chiesa, ha ricordato ieri il Papa in piazza San Pietro ai quarantamila aderenti al movimento del Rinnovamento dello Spirito.
Il Pontefice è apparso provato. Del resto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, lo aveva detto fin dalla prima notizia dell’arresto del presunto colpevole della fuga di documenti riservati: il Papa, dopo aver appreso la notizia, era rimasto «addolorato».

Ma mentre la Chiesa si trova nella tempesta il Pontefice ha cercato di mostrare grande forza d’animo e d’invitare i fedeli alla fiducia. Ha citato le parole evangeliche sul saggio che costruisce la casa sulla roccia ed ha fatto sue le parole di Gesù: «Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde perché era fondata sulla roccia».
E che il fiume sia straripato glielo ricordava in quel momento la banalità  della presenza accanto a lui di un addetto dell’anticamera pontificia al posto di Paolo Gabriele.
Un fedele aiutante, almeno così ha ritenuto fino a mercoledì sera, che non sarà  nel suo studio oggi a mezzogiorno per aprirgli le finestre sulla piazza e per stendere il grande tappeto con il suo stemma.
Il Papa ha continuato senza mostrare turbamenti a incoraggiare i fedeli del Rinnovamento dello Spirito.
«Nella società  attuale viviamo una situazione per certi versi precaria, caratterizzata dalla insicurezza e dalla frammentarietà  delle scelte. Mancano spesso — ha sottolineato — validi punti di riferimento a cui ispirare la propria esistenza. Diventa pertanto, sempre più importante costruire l’edificio della vita e il complesso delle relazioni sociali sulla roccia stabile della parola di Dio, lasciandosi guidare dal Magistero della Chiesa». Un messaggio che sembra far presente che nella Chiesa ciò che conta è il magistero e non certo le battaglie cortigiane, anche quando sono animate dalle buone intenzioni di far pulizia attorno a questo stesso magistero. Per questo ha aggiunto: «Non cedete alla tentazione della mediocrità » e «coltivate nell’animo desideri alti e generosi».
Benedetto XVI ha poi chiesto ai cattolici di diventare «adulti, maturi e responsabili» e «non seguire semplicemente i venti dei tempi». E per raggiungere la fermezza e la vera maturità  è necessario, ha sottolineato, ascoltare la parola di Dio «da cui trae senso e spinta ogni progetto umano, anche per quanto concerne l’edificazione della città  terrena».
Infine una parola per quanto fa il movimento del Rinnovamento dello Spirito «in favore della rinascita spirituale e materiale dei detenuti», un pensiero che in queste ore naturalmente non poteva collegare al suo ex maggiordomo, per il quale, si assicura in Vaticano, Benedetto XVI pregherà  stamane all’alba durante la messa celebrata nella sua cappella privata con tutti i suoi collaboratori, dal segretario alle quattro «Memores» ma senza Paolo Gabriele. Non potrà  che provare qualche brivido «Paoletto» più tardi, quando a mezzogiorno udrà  senza riuscire forse a distinguerle le parole del Papa rilanciate dalla cassa di risonanza di piazza San Pietro fino alla sua vicina cella d’isolamento. «Grande affetto per la famiglia di Paolo Gabriele, che è conosciuta e amata da tutti», ha espresso padre Federico Lombardi. E del caso ha parlato anche Radio Vaticana. Mentre invece, sia ieri che oggi, l’Osservatore Romano non ha riportato la notizia.


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