«C’è disagio, a rischio la tenuta sociale»
ROMA — «Il disagio sociale è molto diffuso, molto più di quello che dicono i numeri». Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera torna a lanciare l’allarme per la mancanza di lavoro e di credito per le imprese e questa volta parla anche di «rischio per la tenuta sociale del Paese». Poi si corregge e sostiene che l’Italia «ha tutti i numeri per farcela». Il governo sta facendo il possibile «semmai è l’Unione Europea che non ha fatto la sua parte». Il presidente uscente di Confindustria Emma Marcegaglia segue il ragionamento e si augura che la vittoria di Hollande in Francia «sia una opportunità per cambiare». Quindi aprire la borsa e investire per la crescita.
E qui il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli, tra gli applausi di oltre duemila imprenditori riuniti a Saxa Rubra per salutare Aurelio Regina, annuncia che l’atteso decreto sulla certificazione dei crediti «non solo consentirà di farsi scontare le somme dalle banche ma sarà anche la base per la compensazione tra crediti e debiti iscritti a ruolo». È un passaggio anche politicamente rilevante perché solo pochi giorni fa il premier Mario Monti aveva respinto al mittente una analoga proposta avanzata dal Pdl. Ne sono seguite chiarimenti e precisazioni, ieri la svolta. Il malloppo finanziario dovuto alle imprese private dalle amministrazioni pubbliche si è sommato negli ultimi dieci anni fino ad arrivare tra i 70 e i 100 miliardi di euro. Nessuno lo sa con precisione e il decreto ministeriale annunciato da Grilli servirà anche per avviare la certificazione.
«Tutto dovrà avvenire nella più assoluta trasparenza con Bruxelles e con la collaborazione del sistema bancario» ha precisato Grilli mentre Passera ha confermato che ora Monti è deciso a convincere l’Europa a tenere gli investimenti in infrastrutture (digitale, reti elettriche, ecc) fuori dal fiscal compact.
In questa fase sviluppista del governo, gli imprenditori hanno sentito il sapore della svolta e fioccano le proposte. La Marcegaglia ha salutato l’arrivo del professor Francesco Giavazzi come tutor per la sforbiciata degli incentivi alle imprese, dicendosi totalmente d’accordo ma ha anche messo le mani avanti: «I soldi risparmiati vanno messi per ridurre l’Irap». Così Aurelio Regina, che tra dieci giorni assumerà l’incarico di vicepresidente di Confindustria, ha proposto di «usare la Cassa depositi e prestiti per compensare subito i crediti fiscali», di diminuire «di almeno il 50% i finanziamento pubblico dei partiti» e di allargare i compiti della Consip «a tutti i 136 miliardi spesi in forniture della pubblica amministrazione». Anche l’Europa è entrata nei file di discussione al Gran Teatro di Saxa Rubra.
Regina inizia la sua lunga relazione di addio come presidente di Unindustria invocando il ritorno del Rapporto Delors come «anima dell’Europa» e chiede alla politica di puntare sulla crescita «senza illudersi che sia Mario Draghi a darci la vera stabilità economica».
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