L’Argentina ha nazionalizzato YPF

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Il Congresso dell’Argentina ha approvato ieri, giovedì 3 maggio, la nazionalizzazione della società  petrolifera Yacimientos Petrolà­feros Fiscales (YPF). La legge dovrà  essere ora firmata dal presidente argentino Cristina Fernandez per entrare pienamente in vigore. La firma è certa: la stessa Fernandez aveva annunciato la decisione di nazionalizzare il mese scorso, spiegando che la possibilità  di rientrare in controllo della più grande compagnia petrolifera argentina costiuisce un passaggio fondamentale per il paese e per la sua economia.

La legge è stata approvata con 207 voti favorevoli e 32 contrari alla Camera, dando seguito all’approvazione della scorsa settimana da parte del Senato. “Questa decisione richiederà  agli argentini, specialmente a quelli che hanno responsabilità  istituzionali, sia al governo che all’opposizione, di affrontare un’importante sfida per costruire una YPF che sia moderna e competitiva nell’interesse del paese”, ha spiegato Fernandez dopo l’approvazione della legge alla Camera. Fuori dal Congresso diverse centinaia di manifestanti hanno accolto festosamente la notizia della nazionalizzazione.

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YPF fu privatizzata nei primi anni Novanta e finì in parte sotto il controllo della multinazionale spagnola Repsol. La società  è stata accusata da Fernandez di aver prosciugato i fondi di YPF senza fare i necessari investimenti per sostenerne lo sviluppo. Secondo i dirigenti della Repsol, invece, gli investimenti furono realizzati e diversi analisti non sono convinti dell’operazione, che potrebbe incidere sugli investimenti dall’estero in Argentina. Fernandez ha sostenuto la nazionalizzazione dicendo che sarà  anche utile per ridurre i costi per l’energia nel paese.


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