La “Terra Futura”? Quella che restituirà  senso dignità  e sostenibilità  al lavoro

by Editore | 20 Maggio 2012 14:23

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Anche quest’anno l’evento internazionale si contraddistingue per un calendario culturale di alto livello, con l’intervento di esperti e testimoni d’eccellenza dei più diversi ambiti. Ma accanto ad incontri e convegni Terra Futura offre ai visitatori anche un’ampia vetrina espositiva che propone prodotti e servizi pensati secondo i principi della sostenibilità , diventando così l’esempio tangibile di come un cambiamento virtuoso sia possibile grazie all’impegno concreto di ognuno di noi.

Al centro di questa nona edizione di Terra Futura dal titolo “Lavoriamo per il futuro. Lavoro, sostenibilità  e equità ” ci sarà  il tema del lavoro, sul quale l’attuale crisi ha prodotto uno dei suoi effetti più devastanti: la totale perdita di valore, un valore fino ad oggi indispensabile per costruire una strategia di coesione e di espansione dei diritti che determinano la qualità  delle relazioni sociali e della democrazia di un Paese.

Per Andrea Baranes presidente della Fondazione Culturale Responsabilità  Etica per il sistema Banca Etica, promotrice ed organizzatrice dell’evento assieme alla Regione Toscana, Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale e in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente “Occorre, oggi più che mai, ridare valore al lavoro e significato al produrre attraverso una riconversione ecologica e sociale dell’economia” dove per valore “non si intende solo il valore economico del lavoro, bensì la sua funzione sociale e culturale”. Per questo ha spiegato Baranes presentando a Roma in una conferenza stampa giovedì scorso l’appuntamento fiorentino “Terra Futura 2012 nel denunciare la crescente marginalizzazione del lavoro chiede alla finanza di tornare a servizio dell’economia reale, in un sistema che metta al primo posto il lavoro e dunque la persona, i suoi diritti, la sua dignità , in un’ottica disostenibilità  ambientale e sociale”.

Si tratta di un tema che, anche per Andrea Oliviero presidente Acli nazionale e Bruna Massa segretaria regionale Fiba-Cisl Toscana, “ha la massima urgenza nell’agenda politica e sociale del Belpaese”. Il percorso intrapreso di smantellamento del lavoro, infatti, nell’accezione moderna dei diritti conquistati in uno stato di Welfare, per laFondazione Culturale Responsabilità  Etica sta inequivocabilmente mettendo a rischio un’esperienza europea e soprattutto italiana che faceva del lavoro uno dei maggiorifattori di realizzazione dell’individuo e di costruzione di quel peculiare legame che collega tra loro le persone e tutto il vivente. “Ma la crisi nella quale siamo immersi ormai da anni agisce con logorio su questo cardine della società  umana – ha concluso Baranes- . La finanziarizzazione dell’economia, la massimizzazione dei profitti, l’esternalizzazione e la delocalizzazione della produzione su scala mondiale che ha contribuito a spezzare le catene di solidarietà  tra lavoratori e comunità  di riferimento, tutte queste storture hanno caricato di implicazioni negative il lavoro. Solo cercando di capire queste dinamiche è possibile riprendere un percorso di uscita dalla crisi che restituisca al lavoro quel senso che a Terra Futura andiamo cercando”. Una via che per Maurizio Giubbotti di Legambiente “si percorre anche mettendo in luce l’attualità  di proposte di sistema in grado di cambiare il segno allo sviluppo: come la tassa sulle transazioni finanziarie, l’efficienza energetica e il sostegno alla green economy, lo spostamento di risorse pubbliche dai sistemi d’arma come gli F35 all’economia sociale, la conversione degli stili di vita individuali, l’agricoltura sostenibile e la biodiversità , o la recente sottoscrizione dell’accordo fra Confindustria e sindacati per l’efficienza e il risparmio energetico”, solo per fare alcuni degli esempi più virtuosi e urgenti.

Dalla alla teoria alla pratica di questa rifondazione del lavoro (almeno a Firenze) il passo è breve. Così le organizzazioni che operano in questo senso senza fini di lucro, le aziende che investono nel settore, le istituzioni stesse, responsabili di scelte politiche determinanti, saranno come ogni anno dal 2004 i veri protagonisti di Terra Futura mettendoci in contatto con le migliori best practices italiane e internazionali. Insomma in vista della Conferenza Onu Rio+20 sullo sviluppo sostenibile, Terra Futura vuole porsi come evento di riferimento, suggerendo strade alternative e soluzioni possibili, con un appuntamento in grado di legare la dimensione locale con quella globale dei temi di Rio e in linea di continuità  con il movimento globale costituito da organizzazioni della società  civile, organizzazioni indigene, sindacati, imprese, governi locali, tutte le reti e le principali organizzazioni internazionali che stanno preparando per il prossimo giugno il Summit dei Popoli sulla sostenibilità  sociale ed ambientale contro la mercificazione della vita e per i beni comuni.

Ecco perché, si può proprio dire che la “Terra Futura” ci aspetta a Firenze a cominciare da alcune semplici ma efficaci azioni concrete: carta certificata per gli strumenti di comunicazione, ristorazione equosolidale e biologica, stoviglie biodegradabili, gadget sostenibili, raccolta differenziata, mezzi di trasporto sostenibili, azzeramento delle emissioni del Co2 e molto altro ancora.

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