La Merkel: “L’Spd ha vinto un giorno doloroso e amaro ma sull’Europa non cambio”
BERLINO – «Domenica è stato un giorno molto triste, doloroso e amaro. Una chiara vittoria della Spd. Ma la mia politica europea non cambia, non vedo contraddizioni tra austerità e crescita economica». Era una Angela Merkel abbattuta, indebolita a casa e isolata in Europa, ma che si mostrava ostinata a non mollare, quella che dopo la Stalingrado personale in Nordreno-Westfalia ha parlato ieri a Berlino alla vigilia del primo vertice con il nuovo presidente francese, il socialista Franà§ois Hollande.
È il più difficile vertice francotedesco che si sia mai tenuto da oltre mezzo secolo, dallo storico Trattato dell’Eliseo in cui il fondatore della Repubblica federale cancelliere Konrad Adenauer e il padre della Résistance e della Quinta Repubblica, generale Charles de Gaulle, sancirono la riconciliazione tra le due potenze in nome della pace. Imbarazzo, silenzi e tensione quasi brezneviani dominano a Berlino, e poche ore prima, in concertazione e accordo col Parti socialiste francese, il vertice Spd al completo terrà nel mattino il suo contro-evento: spiegherà ai media e al mondo le idee di rilancio di crescita e occupazione della sinistra europea.
L’alleato Sarkozy perduto, i rivali a casa, cioè la Spd dell’orgoglio ritrovato, come convitato di pietra e fiancheggiatore del difficile ospite. Mai nella storia dell’intesa postbellica francotedesca un cancelliere si era trovato così indebolito a fronte dell’ospite dell’Eliseo. Sfida cruciale per Merkel, mentre tutto sembra dividerla da Hollande: la salvezza dell’euro, per cui lei ieri ha continuato a chiedere rigore e tagli a oltranza, mentre il nuovo presidente della Cinquième esige forti iniziative di rilancio economico. La Spd esulta: «Hollande dice che Merkel non può decidere da sola, abbiamo molte idee in comune, ci consultiamo di continuo con l’équipe di Hollande», dice Andrea Nahles, la giovane segretario generale della Spd.
Giorno amaro, sconfitta dolorosa, ma i miei compiti per l’Europa non cambiano, insiste Angela Merkel. Eppure il nervosismo lo tocchi con mano, lo senti nell’aria, qui a Berlino. Il no al rigore a oltranza e senza contropartite, che ha fatto vincere Hollande a Parigi, riempie le piazze in tutta l’Europa mediterranea, ricordava la Sueddeutsche Zeitung: dà poco tempo a entrambi per trovare un accordo urgente e indispensabile. Ottimismo per forza? Può darsi. Però ieri la Berlino ufficiale si è chiusa nel riserbo a ogni richiesta di anticipazioni, persino sull’agenda dei colloqui. «E’ un incontro per conoscersi, non un summit per prendere decisioni», dicono i portavoce ufficiali. La speranza è quella espressa da Stefan Ulrich, editorialista del quotidiano liberal di Monaco: Merkel e Hollande, se troveranno intese e compromessi, lo faranno in nome dei popolari-conservatori e dei socialisti europei, le due maggiori famiglie politiche del Vecchio continente: grande Coalizione sperata, transnazionale, per tentare di salvare l’eurozona dal peggio.
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