Juncker: vogliamo che Atene resti nella moneta unica

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BRUXELLES – «Vogliamo mantenere la Grecia nella zona euro». Con questo annuncio, il presidente dell’Eurogruppo, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, nella riunione dei 17 ministri finanziari a Bruxelles, ha allontanato l’ipotesi di una clamorosa uscita di Atene dall’Eurozona: ventilata nei giorni scorsi soprattutto dalla Germania per convincere i partiti greci a formare un governo e ad applicare il piano di austerità  legato ai prestiti di salvataggio. 
Juncker ha aggiunto che i Paesi dell’Eurozona «faranno tutto il possibile» per aiutare la Grecia. E’ stato così sbloccato il miliardo di euro congelato, che sarà  versato ad Atene «entro giugno». Secondo Juncker, parlare di Grecia fuori dall’euro è una «assurdità » e «solo propaganda». Il vicepresidente della Commissione europea, il finlandese Olli Rehn, ha aggiunto che la situazione greca resta «molto critica» e ha fatto un appello alla «responsabilità » dei leader politici di Atene. 
Non è passata la linea della Germania, che nei giorni scorsi aveva fatto pressioni sulla Grecia, ipotizzando anche l’uscita dall’euro, per convincere a rispettare gli impegni presi con l’Ue in cambio dei prestiti di salvataggio. Un po’ tutti comunque guardano all’esito dell’incontro di oggi tra i leader delle due posizioni contrapposte: la cancelliera tedesca Angela Merkel e il neopresidente francese Franà§ois Hollande. La Merkel, nonostante la sconfitta elettorale nel Nord Reno Vestfalia, ha ribadito la sua linea in Europa, che impone rigide misure di austerità  per il risanamento dei conti pubblici nei Paesi con difficoltà  di bilancio. Hollande ha vinto le elezioni promettendo di ridiscutere proprio la linea della Merkel per spostare l’Ue verso interventi per la crescita come priorità . 
Nell’Eurogruppo il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha mantenuto la linea rigida, insieme ad altri Paesi con finanze pubbliche solide. Il ministro delle Finanze austriaco, Maria Fekter, ha addirittura respinto i dubbi giuridici sulla eventuale espulsione dall’Eurozona, non prevista dai Trattati. «Non è possibile lasciare l’Eurozona, ma si può lasciare l’Unione europea», ha spiegato con fermezza. La Spagna e gli altri Paesi con difficoltà  di bilancio, che temono l’effetto contagio sui mercati finanziari di una eventuale uscita di Atene dall’euro, appaiono disposti a considerare un percorso più sostenibile per una Grecia colpita dalla recessione e dall’instabilità  politica. Il ministro dell’Economia spagnolo, Luis De Guindos, ha spiegato l’aggravarsi della situazione del suo Paese proprio con «l’incertezza della situazione in Grecia». Il ministro belga degli Esteri Didier Reinders, ha evocato esplicitamente «il rischio contagio negli altri Stati membri». 
L’Eurogruppo ha espresso giudizi positivi sull’andamento dei piani di risanamento finanziario in Spagna, Portogallo e Irlanda. Prima della riunione Juncker e il presidente della Bce Mario Draghi erano stati a pranzo con i numero uno del Consiglio dei governi e della Commissione, Herman Van Rompuy e José Manuel Barroso, per fare il punto sulla crisi. Un segnale di solidarietà  è arrivato dall’Europarlamento, dove la commissione economica ha approvato la proposta di un fondo comune dove assorbire i debiti superiori al 60% del Pil dei Paesi dell’Eurozona in difficoltà . La candidatura di Schauble a presidente dell’Eurogruppo sarà  esaminata in giugno.


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