In Giordania prove di guerra Usa e Italia
Salvo imprevisti, i giochi di guerra in Giordania si concluderanno nei primi giorni di giugno.
In passato «Eager Lion» veniva svolta ogni due anni solo dai militari di Stati Uniti e Giordania. Da quest’anno invece vedrà la partecipazione dei reparti terrestri, aerei e navali dei principali paesi della regione mediorientale, Siria esclusa. «Essi verranno addestrati alla guerra irregolare, alle operazioni speciali e alla contro-insorgenza con il coordinamento di una task foce multinazionale guidata dai generali Ken Tovo dell’U.S. Special Operations Central Command e Mohammed Jeridad, direttore del comando per l’addestramento delle forze armate giordane», ha dichiarato il maggiore Robert Bockholt, portavoce dei reparti speciali Usa. Le unità straniere sono giunte ad Amman nella prima settimana di maggio insieme a numerosi mezzi da guerra come carri armati, aerei ad ala fissa ed elicotteri d’attacco. Per il maggiore Bockholt, nel corso delle operazioni sarà simulato un «grave incidente chimico» affinché «vengano preparati i corpi speciali nella gestione di interventi d’emergenza».
I 12.000 militari saranno dislocati in centri sparsi in tutto il paese e in particolare alle frontiere «critiche» con Israele e la Siria. Dopo che gli organi di stampa giordani hanno legato «Eager Lion 2012» alla drammatica crisi che tormenta il regime di Damasco, il portavoce del Pentagono è intervenuto per spiegare che l’esercitazione non ha alcuna «relazione» con il conflitto interno e che è «mera coincidenza» che essa si realizzi contemporaneamente all’avvio della missione degli osservatori Onu in Siria. Per timore di un possibile inasprimento della crisi siriana, l’amministrazione Obama aveva deciso di annullare qualche mese fa la vasta esercitazione bilaterale Usa-Israele programmata per la primavera(«Austere Challenge 12»). Ad essa avrebbero dovuto partecipare i reparti d’élite dei due paesi dotati di batterie missilistiche, cacciabombardieri, tank e sistemi radar. Con «Eager Lion» usciranno comunque rafforzati i legami tra gli Stati Uniti e il regno giordano. Amman è sin d’ora uno dei maggiori beneficiari degli «aiuti» economici e militari Usa in Medio Oriente (più di 2,4 miliardi di dollari negli ultimi cinque anni). Amman è pure sede di una delle maggiori basi operative d’oltremare delle forze armate statunitensi. A fine 2008, il consorzio AICI-Syska-Archirodon L.L.C. di Arlingtonvi ha realizzato un centro di addestramento per le operazioni speciali di US Army, intitolato al re Abdullah II (costo finale, 70 milioni di dollari). Sarà proprio il «King Abdullah Special Operations Training Center» ad ospitare il comando centrale di «Eager Lion 2012».
Massimo riserbo del Pentagono sui paesi che parteciperanno alla vasta campagna militare di primavera in Giordania. È certa la presenza delle forze armate italiane. Nel corso della sua recente visita ad Amman dove ha incontrato il sovrano Abdullah II e il principe Feisal (assistente del capo dello stato maggiore giordano), il ministro della difesa Giampaolo Di Paola ha annunciato la presenza di 43 militari italiani ad «Eager Lion». «L’esercitazione multinazionale è stata organizzata con l’obiettivo di rafforzare l’interoperatività e le relazioni tra i paesi partecipanti nell’ambito delle Crisis Response Operations», recita il comunicato emesso dal ministero della difesa. «Tra gli altri temi al centro dei colloqui italo-giordani, il Piano di Cooperazione bilaterale in campo tecnico – militare ed industriale. Si è discusso pure della situazione in Afghanistan, delle lezioni apprese dall’operazione NATO/Unified Protector in Libia ed è stata ribadita l’importanza del ruolo del nostro Paese per gli equilibri del Medio Oriente con l’operazione Unifil in Libano». Da rilevare come la visita del ministro-ammiraglio italiano e l’annuncio dei nuovi giochi di guerra in Giordania siano avvenuti in contemporanea all’inaugurazione della «Jordan’s Special Operations Forces Exhibition (Sofex)», la fiera annuale sugli ultimi ritrovati tecnologici delle industrie belliche internazionali. Tra gli operatori presenti, Selex Galileo, società del gruppo Finmeccanica, giunta ad Amman per presentare innanzitutto gli aerei a controllo remoto e d’attacco «Falco», i sistemi elettro-ottici per il controllo del fuoco e le tecnologie per soldati che «possono dare una marcia extra alle operazioni speciali della Giordania ed alle forze di sicurezza interna», come spiegato dai manager Selex. «Il “Falco” è già in servizio operativo con quattro Nazioni ed è disponibile immediatamente», hanno aggiunto. Alla fiera dei piazzisti d’armi, la società ha pure offerto ai potenziali clienti l’elicottero d’attacco «Linx» e i sofisticati sistemi di controllo «Aspis» e «Scorpio».
Related Articles
In Messico, abusi e condanne arbitrarie
L’odissea di Rosa, indigena torturata nelle carceri di San Cristobal, nel Chiapas
Soffia un torbido vento sciovinista
Brexit e Unione europea. La prospettiva di una imminente uscita di Londra dalla Ue si fa sempre più concreta. Ma, a dire il vero, il Regno unito mantiene da sempre un piede fuori dall’Europa
L’Onu conferma il naufragio dei 500
I migranti superstiti della strage di una settimana fa: “Partiti dalla Libia, poi la barca più grande è affondata” L’Europa apre all’Italia: “Sì al confronto sugli Eurobond per coprire i costi dell’emergenza immigrazione”