by Editore | 3 Maggio 2012 5:17
ROMA — «I sindaci sono ufficiali di governo, hanno funzioni istituzionali. È bene non dimentichino mai che portano la fascia tricolore e lavorano per il Paese». Se qualche giorno fa era stato il leghista Roberto Maroni a spingere i sindaci verso la disobbedienza fiscale sull’Imu, la nuova Ici, adesso tocca al suo successore sulla poltrona del Viminale, Annamaria Cancellieri, richiamarli ai doveri fissati dalla legge: «Comprendo le difficoltà — dice il ministro dell’Interno — però il senso dello Stato non deve venire mai meno». Solo che stavolta a rispondere per le rime al governo non è un sindaco barricadero della Lega ma il presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni. Dice il più che dialogante Graziano Delrio, sponda cattolica del Pd, padre di nove figli: «Noi siamo istituzioni tutti i giorni dell’anno e ci comporteremo come tali, non si preoccupi il ministro. Ma chiediamo rispetto». E cioè: «Vorremmo che lo Stato non si ricordasse che siamo un pezzo della Repubblica solo quando ci chiede di riscuotere le tasse».
Un botta e risposta che dà la misura di quanto la crisi e la linea del rigore stiano rendendo sempre più tesi i rapporti fra centro e periferia. Ma che sposta anche i riflettori dal vero cuore della scena. Perché a preoccupare non è tanto la disobbedienza fiscale che, osserva il presidente dell’Anci, è «tecnicamente impossibile» anche se funziona benissimo come slogan per le elezioni di domenica. No, il vero problema lo indica lo stesso Delrio, dicendo apertamente quello che pensano in tanti: «C’è il rischio che molti cittadini, anche se prima hanno pagato, quest’anno non lo faranno per le difficoltà legate alla crisi». Ma se il livello di evasione dovesse essere davvero superiore alla soglia fisiologica, il governo potrebbe alzare in corso d’opera le aliquote sull’Imu, mossa consentita dalla legge fino a dicembre, alla vigilia del pagamento della terza rata.
Ed è anche per questo segreto timore che l’associazione dei Comuni lancia la sua campagna sull’Imu. In attesa della manifestazione organizzata per il 24 maggio a Venezia, l’Anci ha preparato una lettera aperta che tutti i sindaci potranno spedire ai loro cittadini per spiegare che «questa Imu non è dei Comuni». Perché è vero che in teoria il gettito della tassa andrà diviso a metà fra Stato e i municipi. Ma è vero anche che allo stesso tempo sono stati tagliati i trasferimenti da Roma verso le amministrazioni locali. Con il risultato che mentre le tasse sulla casa sono aumentate rispetto all’anno scorso del 133%, i Comuni perderanno il 27% dei fondi a loro disposizione. E i sindaci non ci stanno a passare per gabellieri, a chiedere soldi che dovranno girare in gran parte allo Stato. Come dice il primo cittadino di Roma Gianni Alemanno, l’Imu è una «patrimoniale mascherata, decisa dal Governo e scaricata sulle spalle dei sindaci». Mentre il presidente Delrio chiama in causa addirittura il rivale di Robin Hood: «Non possiamo fare come lo sceriffo di Nottingham che porta le tasse nella Capitale e affama i suoi cittadini».
Una piccola buona notizia per le famiglie in difficoltà è invece arrivata ieri dall’aula del Senato che ha approvato il decreto sulle commissioni bancarie cancellando le commissioni per gli sconfinamenti fino a 7 giorni consecutivi ogni trimestre e per importi non superiori a 500 euro, come previsto da un emendamento dei relatori del Pdl e del Pd. Il decreto passa ora alla Camera.
Infine, dati positivi sul fabbisogno del settore statale, cioè il saldo complessivo fra entrate e uscite: nel mese di aprile è sceso a 2,3 miliardi di euro rispetto agli 8,8 dello stesso mese dell’anno scorso. Considerando i primi quattro mesi di questo 2012 siamo arrivati a 30,5 miliardi di euro. Ed è quasi il 25% in meno rispetto ai 39,8 miliardi dello stesso periodo del 2011.
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