by Editore | 29 Maggio 2012 8:49
In questi 38 anni (tre inchieste e nessun colpevole) «i draghi» hanno avuto molte facce: soprattutto quelle di tanti servitori della Stato che hanno preferito il depistaggio alla verità . «Draghi» contro i quali si battono da anni i famigliari delle vittime con un impegno che ieri è stato riconosciuto anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri.
Un riconoscimento che suona come il «mea culpa» di uno Stato che non ha saputo garantire — né in quegli anni terribili, né ora — funzionari servitori di un solo padrone: la verità . Eppure la verità , ha ribadito ieri Manlio Milani, che in Piazza Loggia perse la moglie, insegnante 32enne, è l’unica «ragion di Stato» possibile. La verità senza collusioni, è stato ribadito ieri in piazza a Brescia, è l’unica garanzia che fatti come Piazza Loggia o Piazza Fontana non si ripetano più; è l’unica parola di conforto per città come Brindisi (ieri sul palco una studentessa pugliese) piombate nel dramma di un atto terroristico dai contorni incerti, ma inquietanti.
«In passato sicuramente il Paese ha avuto momenti di collusione, ma da tempo il Viminale è una casa di vetro» ha ribadito, parlando agli studenti, il ministro Cancellieri, che con il presidente Napolitano ha riconosciuto la matrice storica di quelle bombe: l’estrema destra neofascista con copertura di alcuni apparati dello Stato. Parole importanti, ammissioni dalle quali ripartire per un cammino non semplice. La strada per la verità e la giustizia è lunga, ma scriverebbero i giovani di Piazza Loggia: i draghi soccombono davanti alla verità .
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