Il rapporto Ocse: giovani disoccupati è boom in Italia

by Editore | 16 Maggio 2012 9:32

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In Italia la disoccupazione nella fascia d’età  tra 15-16 e 24 anni è aumentata durante la crisi di 16,5 punti percentuali rispetto al 19,4 percento del maggio 2007. Percentuali con cui ci posizioniamo ultimi tra i paesi G7, dove la media è del 15,9 percento, e comunque decisamente al di sotto della media europea che è del 22,6 percento e della zona euro (22,1 percento). Peggio di noi fanno la Grecia, dove il tasso di disoccupazione giovanile ha toccato il picco del 51,2 percento (più 29,8 punti percentuali rispetto al 2007), la Spagna, dove il numero dei giovani senza lavoro è al 51,1 percento (+33,7 punti rispetto al 17,4 percento di marzo 2007) e il Portogallo, con il 36,1 percento.
Cinquecentotrentaquattromila giovani senza lavoro, per tornare a noi, non sono uno scherzo. La ministra Elsa Fornero, che giovedì e venerdì sarà  al G20, ieri non ha rilasciato nessuna dichiarazione. Sue sono due tra le riforme più corpose del governo dei tecnici. La riforma delle pensioni che avendo allungato l’età  pensionabile non ha certo giovato all’ingresso di un numero maggiore di giovani nel mercato del lavoro. E quella del mercato del lavoro che procede a passi spediti la sua corsa verso l’approvazione. Ieri il disegno di legge è arrivato all’esame della Commissione lavoro del Senato. Come ha riferito il relatore del provvedimento, Maurizio Castro del Pdl, il numero di emendamenti è stato pressochè dimezzato, su 1047 ne sono rimasti 500. L’obiettivo del governo resta l’approvazione entro l’estate.
Le ultime modifiche hanno introdotto il salario base per i collaboratori a progetto e un indennizzo una tantum per i parasubordinati che perdono il lavoro, oltre a un allentamento della stretta sulle partita Iva e una norma che consentirebbe ai lavoratori di partecipare agli utili di impresa. Modifiche che non cambiano la sostanza della riforma, quella che va nella direzione di un deciso ridimensionamento dei diritti, articolo 18 in primis, senza nessun serio allargamento delle tutele a chi oggi ne è sprovvisto. L’Italia resta ben lontana dagli standard europei di protezione sociale.
«Gli ammortizzatori per i parasubordinati sono insufficienti, per intervenire in maniera adeguata servirebbero 200-300 milioni», dice anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani, che però complessivamente si dichiara soddisfatto del provvedimento. Secondo la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro «il buon lavoro fatto dai relatori Treu e Castro, dal governo e il risultato raggiunto ci dicono ci che ci sono tutte le condizioni per arrivare in tempi rapidi all’approvazione del Ddl di riforma del mercato del lavoro».
Si stringono i tempi anche per la legge delega sulla riforma del lavoro nelle amministrazioni pubbliche che approderà  in Cdm la prossima settimana, ha detto ieri il ministro della funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi. Alla domanda se il nuovo articolo 18 varrà  o meno anche per gli statali, il ministro non ha risposto. Si vedrà  in Parlamento.

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