Il movimento insorge e respinge le accuse al mittente

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TORINO – Anche se, in un secondo tempo rettificate, le frasi della ministra dell’interno Cancellieri non sono assolutamente piaciute in Val di Susa. «Tav, madre di ogni preoccupazione. Lavoreremo anche per il Piemonte» ha detto la titolare del Viminale nella non lontana, ma più pianeggiante, Alessandria. Un accostamento spericolato quello tra Tav e terrorismo, che la valle resistente rispedisce al mittente. 
Non è certo la prima volta che si cerca di lanciare ombre scure e responsabilità  pesanti sul movimento, nei mesi scorsi i No Tav l’hanno presa con ironia e su facebook è nata la cliccatissima pagina: «È tutta colpa dei No Tav». Ma il leitmotiv indigna, questa volta ancor di più. «Sappia il ministro – ha detto Alberto Perino, leader storico del movimento valsusino – che il Tav è la madre anche di tutte le nostre preoccupazioni. Noi lottiamo quotidianamente perché un mostro simile non venga realizzato. Il Tav è per loro preoccupazione perché è una cassaforte e i loro timori sono grandi poiché non hanno soldi per farla e non sanno dove prenderli. Noi siamo, invece, preoccupati perché Giovanni De Gennaro è diventato sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio. Noi, Genova non la scordiamo. E non possiamo fidarci di uno Stato che non ha mai trovato i colpevoli delle bombe sui treni e di piazza Fontana». 
Sulle dichiarazioni della ministra interviene anche il presidente della comunità  montana Sandro Plano: «Mi sembrano inopportune e non rispondenti alla realtà . Il movimento No Tav si è sempre contraddistinto per il fatto che i suoi capi e i suoi leader agiscano a volto scoperto. Ci sono stati atti di violenza, ma non rientrano assolutamente nella logica del terrorismo e dell’agguato. Mai sono stati contro singoli. Mi sento di escludere ogni deriva terroristica. Registro, però, una tensione che in vari strati della società  può assumere forme incontrollabili, dai suicidi agli attentati. Le forze politiche, invece di cercare capri espiatori, dovrebbero interrogarsi».
Il sito notav.info denuncia «un gioco alla criminalizzazione» pericoloso e invita Cancellieri e i colleghi del governo a mettersi il cuore in pace: «Questa lotta è una lotta di popolo massificata e radicata e, purtroppo per voi, non è possibile ridurla all’iniziativa di qualche esagitato o di qualche gruppuscolo armato». Sull’ipotesi di un ricorso all’esercito contro il terrorismo: «L’esercito è da mesi che lo vediamo e ci sembra che stia lì a Chiomonte a difendere i vostri interessi che, come per tante altre cose, non sono quelli dei cittadini e delle cittadine di questo Paese». Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, considera le parole del ministro «vergognose»: «I No Tav dicono da sempre no ad ogni forma di violenza: il problema è la militarizzazione della valle. Serve una forte lotta dello Stato contro il terrorismo ma nessuna strumentalizzazione delle lotte sociali». 
Nel weekend sono in programma iniziative: da Saluzzo (fuori dal carcere dov’è ancora recluso Giorgio Rossetto) a Chiomonte per costruire un nuovo presidio.


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