Il governo chiede aiuto agli italiani “Segnalateci sul web dove tagliare”
ROMA – Come e cosa tagliare della spesa pubblica inefficiente lo decideranno i tecnici, ma potranno suggerirlo anche gli italiani. Varata la spending review e preparata la squadra, il governo chiede una mano ai cittadini. Via Internet. La porta d’ingresso è il sito di Palazzo Chigi. Nella pagina dedicata alla spending review, basta cliccare su “Esprimi un’opinione” e si apre un modulo in cui chiunque, a patto di lasciare nome, cognome e indirizzo mail, può «dare suggerimenti, segnalare uno spreco, aiutando – così chiede il governo – i tecnici a completare il lavoro di analisi e ricerca delle spese futili». Nella casella è già arrivata posta, ma le segnalazioni saranno lette solo nei prossimi giorni. Un’iniziativa che se per il governo corre nel solco della comunicazione diretta con gli italiani (già cercata con la pagina “Dialogo con il cittadino”), per alcuni esponenti politici e sindacali è lo specchio dell’incapacità dell’esecutivo.
Implacabile nella critica, Beppe Grillo, il primo a sparare su un’iniziativa che già dal titolo è «un’istigazione a delinquere». «Devono tagliare – è l’affondo del comico – ma non sanno da dove iniziare. E allora perché non chiederlo on line alla casalinga di Voghera?». A bocciare l’idea sono in tanti e la frecciata è unidirezionale, contro i tecnici. «E’ curioso e abbastanza strano – ha detto Susanna Camusso, segretaria della Cgil – abbiamo un governo di tecnici che nomina dei tecnici e poi chiede alla popolazione di fare il lavoro che dovrebbero svolgere i tecnici che hanno nominato i tecnici. Pare che l’assurdità sia in questa sequenza».
Un’irrazionalità che nel Pdl, coglie il capogruppo Maurizio Gasparri. «I tecnici incontrano difficoltà perché i problemi sono complessi e chiamano altri tecnici. Ora abbiamo i cittadini tecnici, insomma ci vorrà un punto di approdo». Su Twitter il deputato della Lega Nord, Gianni Fava, commenta l’iniziativa con amara ironia: «Tanto valeva affidarsi direttamente a Striscia la notizia, che in materia, in quanto a credibilità e risultati raggiunti, è molto superiore ai ministri tecnici». E’ invece esplicito il commento di Massimo Donadi, presidente del gruppo Idv alla Camera, che sottolinea come si tratti di «una dimostrazione della propria incapacità e dell’assoluta mancanza di idee». Cosa ne pensino gli italiani ancora non è chiaro. Francesco, da Udine però su Twitter, commenta così a caldo: «Se non lo sanno loro dove sono gli sprechi che cosa vogliono che gli diciamo noi poveri Cristi». Critiche che l’esecutivo per ora ha lasciato cadere. Il premier ha dichiarato solo che «è molto, ma molto superficiale, dire che i tecnici chiamano altri tecnici».
Non è la prima volta che i governi chiedono aiuto ai cittadini. In Gran Bretagna il governo ha istituito un sito sulla spending review dove i cittadini possono commentare le scelte e calcolare come queste incidono sulla loro vita. Il rischio, e Gasparri lo segnala, è la delazione. Accusare qualcuno perché ti è antipatico. Rischio evitabile però, se dietro la segnalazione c’è un controllo. Come avviene sull’evasione. Il numero 117, dove è possibile denunciare dai mancati scontrini fiscali alle frodi, istituito dal governo Prodi, ha sempre avuto vita stentata fino al rilancio voluto proprio dal governo Monti, tant’è che le segnalazione sembrano in crescita.
Nell’ultimo governo Berlusconi anche il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta chiese aiuto agli italiani per “raddrizzare” la Pubblica amministrazione e inaugurò le faccine colorate: una sorridente, una triste, una seria. I cittadini, alle prese con i servizi pubblici, potevano votare su un monitor il loro grado di soddisfazione. Furono provate in via sperimentale negli uffici di alcune città italiane. La conclusione del ministero fu che i cittadini erano abbastanza soddisfatti del servizio. Poi l’iniziativa cadde nell’oblio.
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