Il 20 maggio a Firenze con la Fiom

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Non è una rituale commemorazione di un anniversario importante – lo Statuto ha visto la luce il 20 maggio del 1970 – ma la dichiarazione di ostilità  contro chi vuole liberarsi della più importante conquista legislativa in difesa dei diritti dei lavoratori. «Non basta essere contrari alla riforma del mercato del lavoro e alla cancellazione dell’art. 18» e limitarsi a «raccontare le condizioni individuali e collettive di precarietà  derivanti dalle decine di contratti atipici», si legge nel testo che convoca delegati operai, studenti, movimenti in difesa dei diritti di cittadinanza, dei beni comuni, dell’ambientalismo, centri sociali a Firenze, domenica 20, all’auditorium del palazzo dei congressi. Sarà  un’assemblea e un evento insieme, un mix a cui la Fiom non è nuova e ai delegati e ai giuslavoristi, ai costituzionalisti e alle mille anime dei movimenti cresciuti in questi ultimi anni si alterneranno artisti, storici, video, precari, studenti, rappresentanti dei centri sociali. Perché non è in gioco – dicono i metalmeccanici – solo il diritto sindacale ma «il diritto ad avere dei diritti per tutte e tutti».
«È ormai da tempo che iniziative e manifestazioni di denuncia della condizione di invisibilità  non sortiscono effetti se non una pacca sulla spalla. Abbiamo la consapevolezza – scrivono i promotori dell’appuntamento – che non sono bastate quelle iniziative e che alla precarietà  strutturale del mercato del lavoro si sono sommate la crisi finanziaria ed economica e le politiche di austerity che stanno cancellando i diritti del lavoro, privatizzando il welfare e la formazione e, con il fiscal compact, svuotando la democrazia in tutta Europa». Se l’attacco è ai diritti a trecento sessanta gradi, la risposta non può non coinvolgere tutti i soggetti colpiti dalla crisi e dalle risposte neoliberiste che in Italia sono state delegate dalla politica al governo Monti, sponsorizzato da troike e colli e forte di una maggioranza parlamentare mai così ampia.
A Firenze si potrà  anche sorridere con l’aiuto di artisti come Sabina Guzzanti, ma soprattutto si potranno rafforzare quei legami sociali che da due anni si sono intessuti intorno alle battaglie della Fiom. Legami che hanno cercato di smentire i falsi luoghi comuni finalizzati a dividere: occupati, disoccupati, precari, pensionati, ricercatori e studenti, operai indigeni e operai immigrati. È finita l’epoca delle contrapposizioni tra garantiti presunti e non garantiti certificati, dicono i promotori dell’incontro fiorentino. Le tutele sono sotto attacco per tutti, la stessa democrazia che viene meno nei posti di lavoro è a rischio, sospesa, per l’intera società  italiana.
La decisione di costruire un momento di confronto unitario con i movimenti era stata presa a grande maggioranza dall’Assemblea nazionale della Fiom che si è tenuta la scorsa settimana a Montesilvano, dove non sono mancate critiche alla Cgil per l’insufficiente mobilitazione a difesa dell’art. 18 e contro le politiche del governo. Alla Fiom non basta, e non convince, la trasformazione dell’atteso sciopero generale in una dimostrazione in piazza insieme a Cisl e Uil il 2 giugno, giorno della festa della repubblica. È come se il gruppo dirigente della più forte confederazione avesse rimosso il fatto che alla Fiom è impedito dai padroni insieme a Fim e Uilm di svolgere attività  sindacale in una parte crescente di imprese e di aprire una contrattazione per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.


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