I giochi sporchi del Fln per vincere le elezioni

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Ma alla vigilia di queste ultime elezioni legislative, le cose sembravano andare in una direzione diversa. Il Movimento della Società  per la Pace (Msp), principale partito della colizione islamista, non nascondeva le sue aspirazioni a vincere, contrariamente al profilo basso adottato in passato in cambio della partecipazione minoritaria nel governo. 
Quest’anno Aboujerra Soltani, il leader del Msp ha fatto la voce grossa e ha avvertito il Fronte di Liberazione Nazionale (Fln) che «l’era delle quote è finita» e che «l’elezione è la volontà  del popolo e non quella dell’amministrazione». Altro segnale chiaro della trattativa segreta è stata la partecipazione del Fronte delle forze socialiste (Ffs) che non prendeva parte ad una elezione legislativa o presidenziale da più di 10 anni. Ali Laskri il segretario generale del Ffs ha dichiarato all’indomani della decisione di partecipare che queste elezioni potevano portare «un cambiamento politico radicale ma pacifico». 
Ma la strada algerina non ha mai creduto alla possibilità  di uno scrutinio trasparente e veritiero da parte dello stesso apparato che ha sempre falsificato tutto da 50 anni. La partecipazione è stata ai minimi storici. Nel conteggio finale il ministero degli interni ha pubblicato la cifra di 46% di partecipazione, che sarebbe già  di per sé molto basso. Ma i risultati nelle poche province dominate dall’opposizione e la testimonianza delle persone lasciano pensare ad una partecipazione effettiva intorno ai 25%. 
I risultati ufficiali sono di 220 seggi su 462 per il vecchio Fln. Mentre l’Rnd partito tradizionalmente vicino al presidente della repubblica ne esce con soli 68. Insieme hanno una confortevole maggioranza che permette di governare in assoluta tranquillità . 
L’opposizione è ridotta all’osso. L’Algeria Verde ha raccolto soli 48 posti. L’Ffs 21 seggi. Uno solo di più del Pt, Partito trotzkista, diventato da anni parte integrante delle farse elettorali del regime in cambio di un numero di deputati che non ha nessuna corrispondenza con la presenza reale del partito sul territorio. Risultati ovviamente del tutto artificiali. La commissione elettorale è tutt’ora subissata di ricorsi e tutta l’opposizione contesta i risultati. Solo la missione di osservatori Ue, come al solito, non ha visto niente. 
Dalle colonne della testata online Quotidien d’Algérie, il politologo algerino Addi Lahouari commenta che i due perdenti di questa gara non sono gli islamisti come tutti pensano, «perché questi islamisti hanno sempre accettato i giochi del regime e gli accetteranno anche questa volta», ma il presidente Abdelaziz Bouteflika (nella foto Reuters), che probabilmente è stato dietro l’accordo per una transizione pacifica, «per paura di un sollevamento di cui sa di essere la principale vittima». 
L’altro perdente, sempre secondo Addi Lahouari, è il Ffs che ha perso la sua fama di serietà  e onestà  entrando per la prima volta nei giochi di palazzo in cambio di un ben magro bottino.
Comunque rimane che a vincere veramente la gara è il regime con le sue sfaccettature e le sue contraddizioni interne. Trascinando tutti nel fango dei suoi giochi sporchi e poi non rispettando i patti. Machiavelli in persona potrebbe andare a lezione di machiavellismo in Algeria.


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