I co.co.pro. verso il salario base Modello tedesco per i lavoratori

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ROMA — Salario minimo e indennità  di disoccupazione rafforzata per i parasubordinati. Partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese. Ritocchi sull’articolo 18. Prende corpo la riforma del lavoro dopo la presentazione dei 27 emendamenti del governo e dei 16 proposti dai due relatori: Maurizio Castro (Pdl) e Tiziano Treu (Pd). «Ormai siamo una coppia di fatto» scherza quest’ultimo. 
Intanto il governo finanzia con 142 milioni la detassazione del 50% del costo del lavoro per i neoassunti al Sud, prevista dalla legge salva-Italia. Risorse che provengono dalla riprogrammazione dei fondi strutturali comunitari a favore di Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Ogni Regione stabilirà  ora con decreto modalità  e procedure.
Tornando alla riforma, i relatori propongono un salario base per i co.co.pro., individuato sulla base della media delle tariffe minime dei lavoratori autonomi e della media delle retribuzioni stabilite dai contratti collettivi. Sempre per i parasubordinati, si rafforza l’attuale indennità  di disoccupazione una tantum. La misura è sperimentale per tre anni. 
Interventi anche sulle partite Iva, che sono considerate «vere» se hanno un reddito annuo lordo di almeno 18 mila euro. Per essere considerate tali, la durata di collaborazione non deve superare otto mesi (6 nel ddl); il corrispettivo pagato non deve essere superiore dell’80% di quello di dipendenti e co.co.co (75% nel ddl); il lavoratore non deve avere una postazione «fissa» in azienda. 
Per i contratti a termine, la durata del primo, che può essere stipulato senza causale, sale da sei mesi a un anno. Le pause obbligatorie fra uno e l’altro, diminuiscono a 20 e 30 giorni rispetto ai 60 e 90 previsti dal testo attuale. 
voucher per i lavori occasionali serviranno anche nelle imprese commerciali, negli studi professionali e per l’agricoltura. Per evitare le truffe, i buoni dovranno essere numerati. Il buono baby-sitter per agevolare le lavoratrici potrà  essere utilizzato anche per pagare asili-nido pubblici o privati. 
Per attivare il lavoro a chiamata basterà  inviare un sms alla Direzione provinciale del lavoro. In caso di mancato avviso i datori di lavoro rischiano da 400 a 2.400 euro di multa. Il lavoro a chiamata sarà  libero per gli under 25 e gli over 55. Sarà  possibile trasformare l’indennità  Aspi in liquidazione per avviare un’impresa. I relatori, riprendendo un loro disegno di legge, propongono di conferire una delega al governo per consentire ai lavoratori la partecipazione agli utili e al capitale delle imprese, diventando componenti dei Consigli di sorveglianza, come in Germania. 
Molti degli emendamenti del governo puntano a sciogliere dubbi interpretativi. Ma c’è anche quello che ripristina l’esenzione dei ticket sanità  per i disoccupati e quello che conferma gli sgravi contributivi introdotti per il triennio 2008-2010. Governo e relatori hanno proposto emendamenti complementari ma si sono divisi sui licenziamenti. Sui disciplinari risultati illegittimi, in particolare, i relatori stabiliscono che il giudice potrà  ordinare il reintegro del lavoratore solo sulla base dei contratti collettivi e non anche sulla base della legge o delle tipizzazioni, mentre il governo cancella solo il riferimento alla legge e salva le tipizzazioni.
La riforma potrebbe approdare in Aula entro la fine della prossima settimana per essere votata entro la successiva. Probabile il ricorso a cinque voti di fiducia su altrettanti maxiemendamenti. L’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, pur riconoscendo il lavoro di Castro, annuncia che non parteciperà  ai lavori «per coerenza rispetto ad un percorso riformatore avviato nel 2002 sulla base dei consigli di Marco Biagi».


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