Hollande non ha carisma ma dovrà  salvare la Francia dallo tsunami della crisi

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Comincia dunque la presidenza di Franà§ois II, se così possiamo chiamarla dopo quella di Franà§ois Mitterrand. Sarà  una presidenza difficile perché dovrà  affrontare il passaggio da un mondo a un altro. È finito quello che cominciò dopo la Seconda guerra mondiale, che ha conosciuto la decolonizzazione e la fine del comunismo. Inizia quello in cui le frontiere scompaiono assieme alle economie nazionali: è il mondo di Internet e dell’internazionalizzazione dei media, quello in cui per via delle delocalizzazioni i pochi privilegi degli operai occidentali sono minacciati da miliardi di individui capaci di fare lo stesso lavoro senza nessun privilegio. In questo nuovo mondo resuscitano i nazionalismi e l’odio per il diverso. 
Questo periodo di transizione terminerà  il giorno in cui troveremo le risposte adeguate alla crisi che stiamo vivendo. Ma è un periodo pieno di insidie. Come insegna la Storia, l’emergenza dei nazionalismi può provocare nuove guerre, e la xenofobia far rinascere l’antisemitismo. I vecchi demoni riappaiono in Ungheria, Olanda, Grecia e, con Marine Le Pen, anche in Francia. Sarà  in grado Franà§ois Hollande di governare saldamente la nave Francia nello tsunami che rischia di travolgerla? Non lo so. Una cosa è certa, però. Il nuovo presidente non dovrebbe dimenticare quello che André Gide disse della letteratura, e cioè che non si scrive una bella pagina con i buoni sentimenti. Questa frase vale anche per la politica.
Hollande è un uomo onesto ed è circondato da una squadra di persone competenti, ma non possiede carisma. Per questo, forse, i francesi l’hanno eletto senza entusiasmo. O anche perché è diventato presidente per l’ostilità  di buona parte dell’elettorato nei confronti di Nicolas Sarkozy. Perché questo rigetto? Se tutti i presidenti francesi avevano una collocazione geografica in una regione francese, Sarkozy è stato l’unico che non proveniva dal cosiddetto “terroir”, dalla terra di Francia. Hollande è della Corrèze, dove è nato anche Chirac, vicino alla Nièvre che diede i natali a Mitterrand. Il padre di Sarkozy è invece nato in Ungheria. 
Nicolas è stato dunque il primo presidente meticcio, con i francesi che erano all’inizio ben contenti di aver consegnato il Paese nelle mani di un mezzo sangue. Lui, però, da meticcio qual è, non ha capito la Francia, Paese cattolico, dove si dice che i soldi non sono mai puliti, o che comunque non fanno la felicità . Non siamo negli Stati Uniti dove i milionari possono finanziare una campagna presidenziale e ottenere in cambio una nomina come ambasciatore. In Francia non funziona così. E quando in un grande ristorante parigino, seduto al tavolo di un milionario, un presidente viene visto e fotografato sorge subito il dubbio che egli sia stato corrotto. Questo è stato il peccato capitale di Sarkozy, quello di passare per il presidente dei ricchi. Ora, in piena crisi economica essere il presidente dei ricchi non è stata una carta vincente.


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