Hollande, governo taglia media

by Editore | 17 Maggio 2012 7:47

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PARIGI – Nel giorno più lungo, per l’estenuante attesa della composizione del primo governo della presidenza Hollande, in un primo tempo annunciato per le ore 16 e alla fine comunicato solo verso sera, c’è stata una buona notizia: nell’era del dominio dei mercati, con la Grecia minacciata di ostracismo dalle Ue, il nuovo presidente ha passato con la lode il primo esame. 
La Francia ha potuto prendere in prestito più di 9 miliardi di euro, al più basso tasso storicamente mai registrato da quando il franco è stato sostituito dall’euro, 1,72% su cinque anni, con una domanda che ha superato quattro volte l’offerta (la Germania ha ottenuto 4 miliardi all’1,47%). 
Dopo cinque ore di colloquio all’Eliseo tra Franà§ois Hollande e il primo ministro Jean-Marc Ayrault nominato martedì, per gestire il buon dosaggio tra personalità  e sensibilità , oltreché le frustrazioni dei fedeli che non saranno nel governo, alla fine di un lungo pomeriggio il segretario generale della presidenza, il prefetto Pierre-René Lemas, ha finalmente letto l’attesa lista di nomi. 
Laurent Fabius, ex primo ministro, è agli esteri. Una scelta controversa, visto che aveva preso posizione per il «no» al Trattato costituzionale. Sarà  affiancato da Bernad Cazeneuve agli affari europei. Al secondo posto in ordine di importanza, c’è Vincent Peillon, all’Educazione nazionale, un prof specialista di Merleau-Ponty. La giustizia è stata aggiudicata a Christiane Taubira, radicale di sinistra, deputata delle Antille, mentre gli Affari sociali e la sanità  vanno a Marisol Touraine. Pierre Moscovici, che è stato il direttore della campagna elettorale di Hollande, ha l’economia, le finanze e il commercio estero, con Gérà´me Cahuzac al Bilancio. Arnaud Montebourg, esponente dell’ala sinistra del Ps, ha quello che voleva, come un Colbert del XXI secolo: il ministero della reindustrializzazione e dell’economia digitale, in un momento in cui le minacce di licenziamenti si moltiplicano. Al lavoro, c’è il fedelissimo Michel Sapin, che dovrà  gestire la patata bollente delle pensioni, dove Hollande vuole tornare ai 60 anni per chi ha pagato contribuiti per più di 41 anni. Agli interni, come era già  stato ampiamente anticipato, arriva Manuel Valls, sindaco di Evry (grande banlieue parigina) che molto si è speso per la campagna di Hollande. La segretaria dei Verdi, Cécile Duflot, entra al ministero dell’eguaglianza dei territori e della casa, mentre l’ecologia va a una socialista, Nicole Bricq. Gli ecologisti ottengono anche lo sviluppo con Pascal Canfin, eurodeputato. Alla cultura va la giovane Aurélie Filippetti, 38 anni, nipote di un immigrato italiano che arrivò dall’Umbria per fare il minatore e morì poi in campo di concentramento. Un’altra giovane, Najat Vallaud Belkacem, 34 anni, è ai diritti delle donne e portavoce del governo. Ci sono volute ore per produrre il giusto dosaggio, tra pezzi grossi, donne, diversità  di origine. Alla fine, il governo di Jean-Marc Ayrault è di taglia media, con 34 ministri, di cui 17 donne. L’età  media è di 53 anni. 
La notizia della giornata è che Martine Aubry, segretaria del Ps, arrivata dietro Hollande alle primarie socialiste, non entra nel governo. Aubry afferma che, vista la nomina di Ayrault a primo ministro, «non ha senso» una sua partecipazione. Dichiara, comunque, che «farà  di tutto» per far vincere al Ps le legislative del 10 e 17 giugno. Ma molti temono che questa esclusione sia il primo segnale di un ritorno dei vecchi demoni della divisione nel Ps. Per Jean-Franà§ois Copé, segretario dell’Ump, è l’inizio della «coabitazione» nel partito socialista. Aubry, che ha dedrammatizzato la sua non partecipazione del governo, ha già  fatto sapere che non si ricandiderà  alla direzione del Ps al congresso previsto a ottobre.
Hollande ha ora degli appuntamenti internazionali, G20 a Camp David (con incontro bilaterale con Obama) e Chicago per il vertice Nato. Intanto, le pressioni si fanno sentire da ogni parte. Benedetto XVI ha scritto a Hollande e non solo per fargli gli auguri. Il papa chiede il «rispetto della vita», i vescovi francesi sono sul chi vive per la promessa di regolamentare il ricorso all’eutanasia in casi estremi.

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