Governo al bivio sull’Isvap abolizione o nuovo presidente
MILANO – Sul tavolo del governo, tra le altre cose, c’è anche il nodo dell’Isvap. Nel senso che il prossimo 20 giugno scade l’attuale presidente, Giancarlo Giannini, che fu rinnovato dal governo Prodi a fine maggio 2007 e poi nominato con decreto presidenziale il successivo 20 giugno dopo i passaggi, non vincolanti, presso le commissioni parlamentari. L’orientamento del governo, però, sarebbe quello di riformare l’authority che vigila sul mercato assicurativo trasferendone le competenze alla Banca d’Italia, anche se le modalità con cui si vorrebbe procedere in questa direzione non sono ben chiare.
Sembra ormai assodato che lo strumento giuridico della riforma debba essere quello del disegno di legge in quanto non sussistono i presupposti dell’urgenza previsti per il decreto legge. E il Ddl che prevede il trasferimento delle competenze potrebbe agganciarsi a uno dei prossimi provvedimenti che ha in cantiere il governo, come per esempio il riordino degli incentivi alle imprese che dovrebbe essere varato dalla riunione del Cdm di domani. O un prossimo decreto sviluppo. Ma il Ddl sarebbe comunque soggetto all’alea delle vicende parlamentari e dunque potrebbero passare diversi mesi prima che venga approvato mentre il presidente è in scadenza tra poche settimane. Dunque, se non si vuole prorogare Giannini per 45 giorni o più, come è anche possibile, il governo dovrebbe in una delle prossime due riunioni provvedere a indicare un nuovo presidente che poi eventualmente si trasformerà in commissario quando il Ddl avrà ottenuto tutte le autorizzazioni. Tuttavia non è neanche semplice trovare un nuovo presidente a tempo che si sobbarchi un onere del genere. Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, da cui dipende l’alta vigilanza sul settore assicurativo, aveva pensato ad Anna Maria Tarantola, attuale vice direttore generale di Banca d’Italia, per questo ruolo di traghettatore dell’Isvap, ma questa non sembra disponibile. Anche perché la Banca d’Italia vorrebbe assorbire solo le competenze che riguardano la vigilanza e la stabilità che oggi spettano all’Isvap, ma non quelle che coinvolgono il ramo danni, come le tariffe Rc Auto, gli agenti e i broker. Dunque le funzioni andrebbero spacchettate in due o tre tronconi e riassegnate ad altre authority, non solo a Bankitalia. Un processo non facile che tra l’altro comporterebbe la riscrittura del codice delle Assicurazioni sulla base delle indicazioni fornite dal Ddl in questione.
Insomma la materia è intricata e a complicarla ancora di più c’è l’urgenza di una decisione delicata sul salvataggio di Fondiaria Sai, la cui gestione da parte dell’Isvap ha attirato molte critiche a Giannini e al vice direttore generale Flavia Mazzarella. Dalle indiscrezioni che filtrano anche il governo non ha apprezzato la condotta seguita negli anni dalla presidenza per la compagnia controllata dalla famiglia Ligresti. Ed è anche evidente che se tra domani e venerdì prossimo Monti e Passera indicassero un nuovo presidente, Giannini sarebbe costretto a confrontarsi con il suo successore anche per lo scottante caso Fonsai-Unipol, per la soluzione del quale l’Isvap ha posto un ultimatum proprio per domani, pena il commissariamento. Dunque tra caso Grecia e mercati in fibrillazione il governo dovrebbe trovare il tempo di scovare un manager esperto di mercato assicurativo e di specchiata professionalità che tolga l’Isvap dal difficile impasse e riesca a rivitalizzare la struttura interna dopo dieci anni di gestione Giannini.
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