Gambizzato ad dell’Ansaldo nucleare attentato «politico» a urne aperte

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I fatti sono: un dirigente d’alto livello, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, ieri mattina uscendo di casa in via Montello, una strada sotto piazza Manin dove abita con tre figli e la moglie ha trovato due uomini, che indossavano caschi integrali, gli hanno sparato tre colpi puntando alle gambe e si sono dileguati a bordo di una moto. 
Un bossolo è stato ritrovato in via Montello, una via defilata senza negozi e con pochi abitanti, dietro una vecchia sede di Magistero e una bocciofila che ospita anche dei campi di atletica, quelli dello Zerbino. Una strada senza sbocco, contornata di scalinate e salite e un giardinetto. I testimoni oculari, per lo più i vicini di casa, hanno sentito delle urla concitate di giovani o qualche scoppio, «come di petardi», dice una donna del numero 13. Un’anziana maestra delle elementari, uscita di casa per una commissione, ha visto Adinolfi a terra che si teneva la gamba, accasciato dopo l’attentato. È quello che dice anche il portiere degli stabili che lo ha soccorso per primo. Erano le 8,15. I carabinieri che si occupano delle indagini, hanno setacciato per buona parte della mattinata l’intera area, andando alla caccia di piccoli oggetti che possano rivelare qualcosa sui due attentatori. Un investigatore munito di tuta bianca ha strisciato sotto alcune auto, altri hanno rastrellato la verdura a monte. Ogni tanto qualche campione finiva in un sacchetto. Se ne occuperanno i Ris di Parma che nel pomeriggio erano già  a Genova. 
Gli altri fatti sono che Adinolfi è stato ferito al ginocchio destro, operato a metà  mattinata all’ospedale di San Martino e giudicato guaribile in 40 giorni. I medici di ortopedia che hanno eseguito l’intervento, i primari Federico Santolini e Angelo Grattarola, hanno spiegato ai giornalisti che aveva una frattura parziale alla tibia, nessuna lesione muscolare e nervosa. 
Lo scooter usato dagli assalitori, uno Yamaha Xmax, è stato ritrovato a fine mattinata in via Sauli, a due passi dagli uffici dei Nas genovesi. Anche lì una strada defilata che finisce in una campo da tennis, con un istituto scolastico a ridosso, questa volta però in pieno centro, a due passi dallo shopping della pedonale via San Vincenzo. 
Secondo le prime perizie gli attentatori avrebbero sparato tre proiettili calibro 7,62 di una Tokarev, un’arma fabbricata e utilizzata nell’ex Unione sovietica, in Cina e Pakistan. Un’arma da collezione che non viene più prodotta dal 1953 è si può acquistare su internet. Gli inquirenti nel primo pomeriggio si sono riuniti in prefettura. Un tavolo di emergenza lontano dagli occhi indiscreti delle telecamere. C’erano il prefetto Antonio Musolino, il comandante provinciale dei carabinieri Marco Azzaro e l’amministratore delegato di Ansaldo Energia Giuseppe Zampini, il questore genovese dopo poco ha tolto il disturbo. Il riserbo sulle indagini è totale. L’unica cosa che emerge è che si stanno seguendo tutte le piste tranne quella anarchica ventilata solo da alcuni giornalisti, si sta cercando di ricostruire da dove vengono i due attentatori e di quali appoggi hanno usufruito in loco. Intanto si passa al setaccio anche la vita privata e l’ambiente lavorativo di Adinolfi anche se in Finmeccanica non sono mai arrivate minacce e non erano previsti licenziamenti né ristrutturazioni. Per di più al momento non c’è nessuna rivendicazione. «È un evento preoccupante – ha detto il direttore generale di Finmeccanica, Alessandro Pansa al manifesto, dopo un consiglio d’amministrazione di Ansaldo Sts a Genova – Sembrerebbe segnare un risveglio di comportamenti che pensavano sepolti dalla storia. Potrebbe non essere casuale che l’attentato, per il quale Finmeccanica ha trasmesso tutta la vicinanza alla famiglia Adinolfi, coincida con le amministrative genovesi. Se è un’iniziativa politica è decisamente criminale. Qualunque siano le cause andremo avanti con le nostre iniziative». 
La giornata genovese così è stata contrassegnata dalle condanne del mondo politico all’attentato, come hanno rimarcato sia il candidato del centro-sinistra Marco Doria che i partiti della sua coalizione.


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