Finmeccanica, Pansa si rafforza ma il timone resta nelle mani di Orsi

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ROMA – Comincia una diarchia soft in Finmeccanica. Giuseppe Orsi resta presidente e amministratore delegato, ma si rafforza il ruolo di Alessandro Pansa (direttore generale e finanziario già  cooptato nel cda) al quale riporteranno direttamente – su delega di Orsi – i capi azienda delle società  operative. Al termine di un lungo braccio di ferro, durato fino a ieri pomeriggio, l’ha spuntata Orsi che ha mantenuto tutte le deleghe ma ha accettato di cedere alcune funzioni al direttore generale, fortemente sostenuto dal Tesoro azionista di riferimento del gruppo con il 30,2 per cento. Ora si aspetta la conclusione, data per prossima, dell’indagine della Procura di Napoli sulle presunte tangenti nella vendita di elicotteri Agusta Westland all’India e che vede iscritto nel registro degli indagati (l’accusa è di corruzione internazionale e riciclaggio) proprio Orsi, all’epoca ad della società  elicotteristica.
Dal consiglio si è dimesso per ragioni personali Marco Iansiti (professore ad Harvard) che è stato sostituito dall’ex presidente degli industriali siciliani e prossimo vicepresidente di Giorgio Squinzi in Confindustria, Ivan Lo Bello. Nel consiglio resta invece Franco Bonferroni, già  parlamentare dc e vicinissimo al segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, nonostante ieri agli azionisti sia stato consegnato un documento, richiesto dalla Consob, dal quale emerge che lo stesso Bonferroni abbia ricevuto a fine marzo un avviso di garanzia per illecito finanziamento ai partiti e lo abbia comunicato alla Finmeccanica solo il 2 di maggio.
Nel medesimo documento inviato alla Consob c’è scritto anche che il consulente italo-svizzero Guido Ralph Haschnke, sul quale indagano i Pm napoletani, ha ricevuto 3,5 milioni e non i 51 milioni secondo l’ipotesi accusatoria. Sempre per restare nell’ambito delle inchieste giudiziarie Selex Sistemi Integrati (controllata da Finmeccanica) non esclude un’azione di risarcimento nei confronti dell’ex ad Marina Grossi, moglie dell’ex presidente Pier Francesco Guarguaglini. 
Prima della riunione del cda, dunque, l’assemblea dei soci, tenutasi a Roma in una sala congressi circondata dalle forze dell’ordine (dopo l’attentato all’ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, Orsi è stato messo sotto scorta) ha approvato il bilancio 2011 che si è chiuso con una perdita record di 2,3 miliardi. Conti pessimi, dovuti ad alcune operazioni di pulizia finanziaria voluta da Orsi, ma anche dalle difficoltà , non tutte legate alla recessione, del gruppo aerospaziale. Ieri il titolo Finmeccanica ha chiuso a 2,7 euro (+ 4,5 per cento rispetto a martedì grazie soprattutto alle voci di un possibile ingresso nel capitale dei francesi di Thales) ma solo un anno fa viaggiava sopra 9,4 euro. Confermato il piano di cessioni da un miliardo di euro. Il Tesoro ha chiesto di contenere i compensi per non replicare i 9,4 milioni andati a Guarguaglini nel 2011.


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