Favorite alleanze e governabilità 

by Editore | 26 Maggio 2012 13:05

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ROMA — «Se il popolo ha la gobba, dobbiamo fare un vestito che contenga la gobba…». Questa frase di Giovanni Giolitti, citata in un famoso volume di Olindo Malagodi, fu ripresa nel 1983 dal presidente della prima Bicamerale, Aldo Bozzi, per ribadire che l’applicazione in Italia dei modelli stranieri non può non tenere conto delle specificità  domestiche. Oggi quella «gobba» e quel «vestito» da adottare all’imperfezione fisico-politica nazionale tormentano ancora un presidenzialista della prima ora come il professor Paolo Armaroli (già  deputato indipendente nel gruppo di An, docente di diritto pubblico comparato e diritto parlamentare a Genova), che ripercorre le tappe storiche della rincorsa italiana al modello francese: «Già  con lo Statuto Albertino e la Costituzione repubblicana abbiamo guardato in qualche modo a ciò che avveniva oltralpe. Poi ci siamo separati all’epoca della V Repubblica quando in due tappe, tra il ’58 e il ’62, la Francia scelse l’elezione diretta del presidente della Repubblica. E ora toneremmo a imitare la Francia con il semipresidenzialismo e doppio turno. Speriamo, però, che non venga fuori la solita soluzione all’italiana carica di specificità ». Il modello francese piace a sinistra per quel che riguarda il doppio turno mentre non scalda gli animi dei progressisti italiani l’elezione a suffragio universale del presidente della Repubblica perché evoca i regimi autoritari. Eppure — argomenta il professor Andrea Morrone, docente di diritto costituzionale all’università  di Bologna e animatore del comitato referendario che mirava alla reviviscenza del sistema uninominale corretto detto Mattarellum — «il tempo che ci separa dalla fine del Ventennio e l’esperienza francese ci dicono che in quanto a governabilità  quel sistema è tra i più affidabili». Per almeno due buoni motivi: «L’elezione diretta permette al cittadino di «eleggere subito il vertice dello Stato che poi imprimerà  l’indirizzo politico al governo». E poi il sistema consente di contemperare il principio di rappresentanza con l’esigenza di governabilità : «Alle forze politiche di presentarsi al primo turno con i propri simboli e i propri candidati. Mentre al secondo turno è necessario favorire le alleanze»

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