Famiglie del mondo L’incontro a Milano aspettando Ratzinger
MILANO — Le stole porpora di cardinali a frotte e i colori sgargianti delle famiglie africane, vescovi tedeschi con tanti libri e madri messicane con tanta prole, teologi e demografi, pubblicità di passeggini e seminari sul matrimonio, per un totale di 50 mila finora presenti aspettando il milione che — si dice — arriverà alla fine per il Papa: è cominciato ufficialmente così, ieri a Milano, il VII Incontro mondiale delle famiglie destinato appunto a culminare tra domani e domenica nel lunghissimo (tre giorni filati di trasferta sono un inedito assoluto per l’Italia) faccia a faccia c0n Benedetto XVI.
Il programma della sua visita, pur stilato mesi prima che i corvi si alzassero sul Vaticano, è talmente fitto da rappresentare davvero la potenziale occasione per i suoi fedeli di testimoniare col loro semplice «esserci» una vicinanza al Pontefice mai inseguita prima — forse — con altrettanta urgenza: l’arrivo in Piazza Duomo e un concerto alla Scala, lo stadio di San Siro tra i ragazzi, un palco da rockstar all’aeroscalo di Bresso, la messa di domenica su una spianata per raggiungere la quale — avvertono gli organizzatori da giorni — bisognerà mettersi in marcia prima dell’alba. Le previsioni danno pioggia, si spera nel miracolo.
Nel frattempo a tener banco, con una Fiera inaugurata già martedì e un Congresso teologico planetario da 6 mila iscritti per 111 relatori, è la Famiglia intesa come protagonista sociale del mondo. Famiglia «normocostituita», aveva ripetuto martedì l’arcivescovo milanese Angelo Scola. Con una tale insistenza da indurre ieri il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, il quale pure aveva già indicato quello stesso modello come «il più felice e vantaggioso per la società », a precisare che «le famiglie arrivate qui da cinque continenti tengono nel cuore e rappresentano tutte quelle del mondo, credenti e non, unite e divise, felici e sofferenti»: del resto «la crisi attuale — ha sottolineato — non solo economica ma anche culturale e religiosa chiede proprio di tornare a riconoscere il primato della persona e della solidarietà ». A cominciare naturalmente da quella, ricordata ieri da tutti ma proprio tutti i relatori, per le famiglie colpite dal terremoto. Sul palco col Papa, sabato sera, ci sarà anche una di loro.
Parallelamente, nello stesso giorno in cui il sindaco Giuliano Pisapia rilanciava con forza l’apertura di un «registro delle coppie di fatto» a Milano, il cardinale e presidente del Pontificio istituto per la cultura Gianfranco Ravasi bocciava ieri come «sconcertanti» i «percorsi bioetici della fecondazione in vitro, dell’utero in affitto, della coppia omosessuale e delle relative adozioni, della clonazione, della monogenitorialità , della pornografia e via dicendo». Anche se il vero «attentato» alla famiglia è «la disoccupazione: è questa — ha concluso Ravasi — la vera mina da disinnescare».
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