by Editore | 8 Maggio 2012 6:36
ROMA – Il gettito fiscale «regge», nonostante la crisi, mentre il governo si divide sulla sterilizzazione dell’aumento dell’Iva previsto per fine anno: Passera vuole «evitarlo» del tutto, Grilli solo «rinviarlo». Tra blitz anti-evasione, aumenti delle addizionali regionali e comunali dell’Irpef e dell’Iva (da settembre dello scorso anno) e delle accise, l’erario porta a casa nei primi tre mesi dell’anno 87,9 miliardi, addirittura con un lieve incremento, pari allo 0,7 per cento (+578 milioni) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Soddisfatto il commento del ministero dell’Economia: «Complessivamente – ha rilevato il Dipartimento delle Finanze – pur in presenza di una congiuntura fortemente negativa, il gettito del primo trimestre del 2012 risulta essenzialmente stabile per effetto delle misure correttive varate a partire dalla seconda metà del 2011». Anche se nel mese di marzo, rispetto ad un anno fa, si registra una caduta del 6,2 per cento.
Nel consuntivo del gettito fiscale dei primi tre mesi dell’anno spiccano le addizionali locali oggetto delle polemiche degli ultimi mesi: le entrate di Regioni e Comuni registrate nel periodo gennaio-marzo 2012, sono state pari a 5,1 miliardi del 5,5 per cento in più rispetto allo scorso anno. In particolare sono aumentate del 23,4 per cento le entrate per l’addizionale regionale Irpef (oggetto dell’acconto del 30 per cento per il 2012 che è emerso nelle buste-paga dei primi tre mesi dell’anno) e del 9,8 per cento gli incassi per le addizionali comunali Irpef (saldo e acconto a marzo di quest’anno).
L’Iva resta al centro dell’attenzione. Ieri il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera ha esortato a «fare di tutto per evitare l’aumento dell’Iva, anche attraverso le misure per la spending review». Assai più prudente il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli, secondo cui i risparmi derivanti dalla procedura di spending review potranno essere utilizzati solo per «rimandare» l’aumento dell’Iva dal 21 al 23 per cento previsto per ottobre. Tra la sospensione dell’aumento per l’ultimo trimestre dell’anno e la rinuncia all’aumento previsto anche per gli anni successivi a partire dal 2013, c’è una notevole differenza in termini di risorse. Il semplice «rinvio» o sospensione dell’aumento dell’Iva previsto dal 1° ottobre vale circa 3,2 miliardi, mentre se si volesse eliminare l’aumento consolidato nel 2013 (finalizzato anche al pareggio di bilancio) ci vorrebbero 13,1 miliardi. Se poi si volesse arrivare ad una sterilizzazione anche del 2014 (quando è previsto un ulteriore rincaro di mezzo punto dell’Iva) la cifra salirebbe a 16 miliardi. La cautela di Grilli è spiegata da queste cifre.
Quanto al gettito dell’Iva relativo ai primi tre mesi dell’anno c’è stata una sostanziale tenuta: il calo è stato solo dello 0,1 per cento. Un gettito che non ha certo retto per l’aumento dei consumi, ma ha beneficiato dell’aumento delle aliquote (giunto alla fine dello scorso anno) e probabilmente anche di una parziale crescita dei versamenti dovuta all’effetto-blitz di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. Mentre il gettito da riscossione dell’evasione segna un incremento del 5 per cento.
La crisi comincia ad intaccare anche il regolare aumento del gettito dei giochi che è sceso del 3,8 per cento, con le sole entrate del lotto che perdono il 10 per cento. Tuttavia i giochi più economici e popolari ancora tengono accesa la speranza di piccole vincite: vola infatti il gettito tributario legato alle lotterie istantanee, comunemente chiamate «Gratta e vinci»: +14,7 per cento nel primo trimestre.
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