Equitalia ancora sotto attacco molotov contro la sede di Livorno

by Editore | 13 Maggio 2012 11:31

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LIVORNO – La signora era sveglia e si è affacciata alla finestra: «Ho sentito delle grida e visto dei giovani in strada, tre o quattro che scappavano a piedi, erano a volto scoperto. Poi c’è stato il bagliore e le fiamme». Le tracce del raid notturno (ore 4,30) sono evidenti la mattina dopo nella sede livornese di Equitalia. La porta a vetri è annerita, come la saracinesca a maglia. La scritta in verde «ladri» che corre lungo tutto il perimetro degli uffici non è nuova e nemmeno «Equitalia boia» con falce e martello, mentre quella rossa «lotta continua», probabilmente sì. È stato un commando a colpire. Secondo la polizia era composto da sette o otto persone: due molotov confezionate dentro bottiglie di birra, una è esplosa, l’altra no. Hanno lanciato anche una bomba carta confezionata artigianalmente e rimasta inesplosa, hanno attaccato alle inferriate delle finestre al piano terra degli uffici stracci imbevuti di benzina con l’intento di provocare un incendio, pericolosissimo in un edificio di cinque piani abitato da decine di famiglie. Via Indipendenza è in centro a Livorno, la sede di Equitalia ha davanti un cartello che avverte: «Zona videosorvegliata». Ci sono diverse telecamere e gli investigatori hanno acquisito le immagini, alcune giudicate «importanti». Le indagini coordinate dalla procura sono orientate all’area anarco-antagonista. Si pensa a un’azione sulla scia del pacco bomba «inoffensivo» spedito alla direzione generale Equitalia a Roma e alle contestazioni davanti alla sede di Napoli. Nulla a che vedere, invece, con l’attentato di Genova a Roberto Adinolfi. 
Qualcosa però nel raid livornese non ha funzionato e adesso gli esperti della scientifica esaminano i reperti lasciati in via Indipendenza per risalire agli autori. Ancora una volta è Equitalia a finire sotto tiro, a vestire i panni del nemico: «I danni sono minimi, ma il fatto è grave» dicono in questura. Il ministro della Giustizia Paola Severino spiega che «c’è disagio per la situazione economica, ma – sottolinea – pagare le tasse è un dovere. Da una parte c’è sgomento e il problema di pagare le tasse quando le risorse sono poche, dall’altro il diritto e il dovere di pagarle». Poi aggiunge: «Non dobbiamo accentrare la nostra attenzione su Equitalia come causa del problema. Sarebbe profondamente sbagliato». Concetto ribadito dal viceministro all’Economia Vittorio Grilli: «È sbagliatissimo colpevolizzare e creare un nemico, Equitalia non è un antagonista, Equitalia è lo Stato che cerca di tutelare tutti i cittadini che devono pagare ciò che è dovuto».
A Livorno cresce la preoccupazione, in passato alla stessa sede dell’agenzia di riscossione era stata recapitata una busta con un proiettile calibro 7,65: «Quello che è successo l’altra notte è un salto di qualità » ammonisce il sindaco Alessandro Cosimi. «Livorno è una città  con forti valori democratici e anticorpi in grado di respingere senza esitazione questi attacchi». 
«Chi mette le bombe, anche se sono molotov, fa del terrorismo a bassa intensità » è il pensiero del presidente della Regione Enrico Rossi. Ma basta sostare un po’ sul marciapiede di via Indipendenza per ascoltare altri umori fra la gente: «Cosa è successo?» chiede uno che passa con le borse della spesa, guarda il portone bruciato e fa una smorfia: «Hanno fatto proprio bene…». Più in là , quartiere Shanghai, case popolari sbrecciate, finestre di panni stesi, gente che ascolta la partita del Livorno in diretta da una radiolina ai tavoli di un bar: «Dovevano dar foco a tutto l’archivio», predica uno che faceva il muratore e adesso è disoccupato. Altri ascoltano e fanno sì con la testa, soltanto uno dice: «No, è sbagliato, così non si va da nessuna parte».

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