Ecco il piano per salvare le banche spagnole

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MILANO – I timori per la crisi bancaria spagnola irrompono sulla scena dei mercati finanziari europei e non solo. Al punto che sta prendendo piede in ambito comunitario la necessità  di un piano concordato per traghettare le banche spagnole fuori dall’emergenza. L’ipotesi di cui stanno ragionando le istituzioni europee prevederebbe una deroga temporanea al governo spagnolo rispetto al percorso concordato di rientro dal debito pubblico, con un’emissione extra di titoli di Stato per finanziare Bankia (che nel fine settimana ha dichiarato di aver bisogno di 19 miliardi di euro, dopo i 4,5 avuti di recente) e le altre banche in difficoltà . In un secondo momento, e con un voto esplicito dei tedeschi (che avrebbero già  dato il loro assenso di massima) il Fondo salva-Stati interverrebbe a sua volta nel capitale delle banche, consentendo al governo madrileno di rientrare in un arco di tempo contenuto dall’esposizione con l’istituto di credito. Un’ipotesi adombrata anche dal giornale El mundo secondo cui «la Spagna potrebbe far ricorso al Fondo europeo di stabilità  finanziaria» anche se «tutte le ipotesi sono aperte». 
La situazione è molto tesa: ai 19 miliardi di Bankia potrebbero aggiungersene altri 30 per altri istituti. Ieri il primo ministro Mariano Rajoy ha cercato di tranquillizzare i mercati: la Spagna, ha detto, «non è in contatto con la Bce» per i finanziamenti di Bankia, né «ci sarà  alcun salvataggio del settore bancario spagnolo» da parte del sistema internazionale. Tuttavia, il premier ha aggiunto che «non è stata ancora presa alcuna decisione» su come finanziare Bankia. E Mariano Rajoy ha ammesso che «la Spagna deve continuare con le riforme e procedere con i tagli al deficit altrimenti rischia di non avere più accesso ai mercati per finanziarsi». Di norma è il Frob, il Fondo pubblico di aiuto alle banche, che interviene in questi casi, ma attualmente ha meno di 5 miliardi di euro in cassa. E lo stesso premieri si è detto d’accordo con chi propone di introdurre dei cambiamenti nel meccanismo di funzionamento dei Fondi di salvataggio europei per consentire la ricapitalizzazione delle banche: «Molti sono d’accordo e lo sono anch’io».
La preoccupazione intanto ha allargato lo spettro dei timori per il quadro finanziario complessivo della Spagna e che ieri ha trovato pronta conferma nell’andamento della Bolsa (che ha chiuso in calo del 2,17% ai l minimi da nove anni) e nell’andamento dello stesso titolo Bankia (-13,4%). Nel frattempo lo spread tra i Bonos e i Bund tedeschi è tornato a riallargarsi, fino a superare quota 500 punti base. Tensione anche sul versante dei titoli di Stato italiani. Lo spread con le obbligazioni tedesche ieri è tornato a sfiorare quota 440 mentre l’asta dei Ctz con scadenza 2014 ha fatto registrare rendimenti in rialzo di 68 punti. Di positivo c’è stato il segnale sulla domanda, molto buona (5,794 miliardi di euro, su un’offerta di 3,5 miliardi, tutta assegnata). 
Contrastata anche la giornata di Borsa in Europa, con l’indice Ftse 100 di Londra in rialzo finale dello 0,09% mentre calano il Dax di Francoforte (-0,26%) e il Cac 40 di Parigi (-0,16%); più marcato il calo di Piazza Affari, che ha lasciato sul tappeto lo 0,74%, mentre Wall Street era chiusa per festività .


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