E sulla giustizia spunta la doppia maggioranza
ROMA — Sulla giustizia ci sono due maggioranze. Martedì Pdl, Udc e Fli — con l’astensione della Lega e dei Radicali — avevano «svuotato» con il parere favorevole del governo il testo che ripristinava un «giro di vite» sul falso in bilancio. Dopo 24 ore — quando Fli e centristi dicevano di essere stati ingannati dal sottosegretario Salvatore Mazzamuto — un’altra maggioranza (Pd, Idv, Terzo polo) ha approvato un emendamento dei democratici all’articolo 2 che punisce con la pena da 1 a 4 anni le false comunicazioni nelle società quotate in borsa che emettono o garantiscono strumenti finanziari. La pena massima scende da 6 a 4 anni, secondo la riformulazione del governo, ma si tratta lo stesso «di un primo passo per il ripristino del reato di falso in bilancio», commenta Donatella Ferranti (Pd). «Finalmente una vittoria della legalità », aggiunge Federico Palomba (Idv).
In commissione «assistiamo alla formazione di una nuova maggioranza: ora l’Idv diventa maggioranza con il Pd e il Terzo polo», attacca Luigi Vitali del Pdl. Che aggiunge: «Negli incontri con il ministro Severino non si era mai parlato di falso in bilancio». In ogni caso ieri sera, il sottosegretario Mazzamuto ha voluto far mettere a verbale in commissione che lui martedì aveva solo dato seguito alle disposizioni dell’ufficio legislativo: «Anche voi — ha detto rivolto al Pd e all’Idv — vi siete sbagliati e solo il funzionario vi ha spiegato come stavano le cose». Ne è nata una nuova bagarre che ha provocato l’interruzione dei lavori della commissione che poi, però, ha potuto licenziare il testo per l’Aula dove arriverà il 28 maggio in parallelo al ddl anticorruzione.
Un’altra bagarre, intanto, sta per scoppiare al Senato dove Roberto Centaro (Forza Sud, ex Pdl) ha sì frenato sulla responsabilità civile diretta dei magistrati ma ha anche proposto di valutare «l’opportunità di una estensione della rivalsa al patrimonio del magistrato», oggi limitata a un terzo dello stipendio annuale. Eppure, in un convegno organizzato ieri dall’Anm, il vice presidente del Csm Michele Vietti e i presidenti di Cassazione, Consiglio di Stato e Corte dei Conti — Ernesto Lupo, Giancarlo Coraggio e Luigi Giampaolino — pur valutando la necessità di modificare la legge attuale, si sono espressi contro la norma contenuta nella legge comunitaria 2010 che mira a introdurre la responsabilità diretta del giudice anche per «violazione manifesta del diritto». Anna Finocchiaro (Pd) propone di stralciare l’emendamento Pini per discuterlo assieme alla riforma della legge Vassalli. Gianpiero D’Alia aggiunge che si tenterà tutto il possibile per bloccare la norma. Però Maurizio Gasparri (Pdl) alza le barricate: «Inimmaginabile eliminare dalla Comunitaria la responsabilità civile».
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