Crediti dallo Stato, Grilli accelera «I decreti entro pochi giorni»

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ROMA — La conferma è ufficiale. La settimana che si apre domani vedrà  finalmente arrivare i decreti per accelerare i pagamenti alle imprese e compensare crediti e debiti tra aziende e pubblica amministrazione. «È questione di giorni — dice il viceministro all’Economia Vittorio Grilli — e faremo questo nuovo decreto di semplificazione del processo di certificazione. La certificazione si potrà  usare sia ai fini dello sconto pro solvendo alle banche in caso di ritardi nei pagamenti sia come documento per effettuare le compensazioni nel caso si abbiano debiti iscritti a ruolo con la nostra agenzia tributaria».
I tempi lunghi nei pagamenti della Pubblica amministrazione sono un problema antico, mai risolto. Secondo le stime della Banca d’Italia tra ritardi e rinvii siamo arrivati a sottrarre al sistema delle imprese 60 miliardi di euro, una volta e mezzo la manovra salva Italia. Più difficile sapere a quanto ammontano i debiti arretrati delle società  con il fisco, debiti che potranno essere cancellati, in tutto o in parte, per chi attende di essere pagato dallo Stato. In ogni caso si tratta di due percorsi che dovrebbero dare sollievo alle imprese, strette fra calo della domanda e credit crunch, la difficoltà  ad ottenere credito.
In realtà  il pacchetto comprende tre provvedimenti, tre decreti ministeriali per i quali non è necessario un passaggio formale in Consiglio dei ministri. I primi due riguardano le certificazione del credito, uno per i crediti nei confronti degli enti locali, l’altro per quelli verso l’amministrazione centrale. La modulistica e un apposito sistema via internet saranno messi a punto entro tre mesi dalla Consip, la società  per la razionalizzazione degli acquisti della Pubblica amministrazione, che avrà  un ruolo fondamentale anche per la spending review, la revisione della spesa pubblica.
Il terzo decreto introduce il meccanismo del cosiddetto pro solvendo: le aziende che aspettano un pagamento cedono il credito ad una banca incassando subito una somma leggermente inferiore con un semplice anticipo fattura. Le stesse imprese dovrebbero restare responsabili dell’eventuale insolvenza ma il decreto farà  nascere un fondo di garanzia per coprire il rischio. Le società  che, oltre ad essere in attesa di pagamenti della Pubblica amministrazione, hanno vecchi debiti con il fisco potranno optare per la compensazione. Un esempio per capire: l’azienda che ha un credito con una asl e anche una cartella esattoriale a suo carico potrà  girare la stessa cartella alla asl che a quel punto diventerà  debitrice nei confronti del fisco. Così, come spiega lo stesso Grilli, «se a pagare in ritardo sono sia lo Stato che il contribuente, questi due ritardi si potranno compensare».
Dal Pdl il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri dice che questa misura è «tutto merito di Angelino Alfano». Nei giorni scorsi il segretario del Pdl aveva avanzato una proposta molto più forte, invitando le aziende che attendevano un pagamento da parte della Pubblica amministrazione a non saldare le tasse fino a coprire l’ammontare del loro credito. Parole che avevano portato ad un duro scontro tra il partito e il presidente del Consiglio, Mario Monti, che aveva parlato di istigazione all’evasione fiscale. Se il principio dei decreti riprende quella proposta, adesso ci sarà  una cornice giuridica in grado di evitare quelle «arbitrarie e personali compensazioni» che aveva paventato il premier. E soprattutto sarà  possibile cancellare non tutti i debiti ma solo quelli vecchi, tecnicamente già  iscritti a ruolo come, non a caso, sottolinea più volte Grilli.
Non parla solo dei decreti, il viceministro. «La situazione del Paese è ancora fragile ma si parte da basi assolutamente solide» dice, sottolineando che il «pareggio di bilancio deve essere un fatto permanente» e che «patto di stabilità  e fiscal compact sono due elementi fondanti dell’economia europea». Nel momento in cui tutti parlano di crescita, dunque, il viceministro dell’Economia non dimentica il rigore. Anzi, lega i due concetti: «Le economie europee non possono pensare di avere un futuro di sviluppo se non hanno i conti a posto. Non c’è nessun Paese al mondo che abbia successo economicamente e non sia fondato su una finanza pubblica in ordine».


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