Così gli oversize cambiano il mondo

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Se gli uomini non riescono a dimagrire, sarà  il mondo ad allargarsi per loro. Sedili di autobus, aerei e stadi. Gabinetti, sedie a rotelle e letti d’ospedale. Perfino le porte degli scuolabus, perché l’epidemia di obesità  coinvolge anche i bambini. Tutto diventa più largo e robusto per inseguire un rigonfiamento del ventre e dei glutei che niente e nessuno sembrano in grado di frenare. E se gli Stati Uniti sono il paese che si sta riorganizzando più in fretta, anche l’Italia ha cominciato ad adattare i suoi mezzi di trasporto e ospedali alla presenza di 6 milioni di obesi, 700mila dei quali gravi. A New York, sui treni per i pendolari, le nuove carrozze saranno dotate di sedili capaci di reggere 180 chili. I vagoni appena ordinati dall’agenzia di trasporti New Jersey Transit hanno comodi posti da 50 centimetri (5,6 in più dei precedenti). I due nuovi stadi delle squadre locali di baseball – gli Yankee e i New York Mets – hanno seggiolini più ampi di 2 centimetri e mezzo. E i tradizionali scuolabus della Blue Bird hanno dovuto allargare le porte di accesso perché i bimbi più rotondi (il tasso di obesità  sotto ai 17 anni negli Usa è del 17 per cento) faticavano a passarci e venivano presi in giro dai compagni. Due notizie, di recente, hanno convinto l’America che era davvero arrivato il momento di fare qualcosa. La prima è l’incidente subito l’anno scorso da un piccolo aereo privato il cui pilota era talmente voluminoso da impedire all’airbag di gonfiarsi. Le autorità  federali per l’aviazione civile hanno iniziato a interrogarsi se anche i grandi velivoli di linea, pensati negli anni ’60 per un passeggero tipo di 77 chili, fossero ancora adatti a un americano medio di oggi, che di chili ne raggiunge 88. La seconda è stato l’ultimo rapporto dei Centers for Disease Control, che agli inizi di maggio ha gettato nello sconforto tutti coloro che si occupano di lotta alla cattiva alimentazione. Nonostante le strategie che gli Usa stanno adottando per ridurre un’epidemia le cui conseguenze sulla salute ormai costano più del fumo (150 miliardi all’anno), il girovita non cessa di allargarsi, e continuerà  a espandersi almeno per i prossimi quindici anni. Il tasso di persone obese negli States è triplicato dal 1960 a oggi, arrivando a toccare il 34 per cento. Le persone con obesità  grave (un indice di massa corporea superiore a 40) sono cresciute di 6 volte e oggi raggiungono il 6 per cento. E nel 2030 la diffusione del problema raggiungerà  il 42 per cento. Tutto questo nonostante le campagne di informazione, le iniziative salutiste in scuole e ristoranti, le tabelle con i valori nutritivi stampati su tutti i prodotti, la diffusione della chirurgia per ridurre le dimensioni dello stomaco e perfino l’arrivo, previsto prossimamente, delle prime pillole per combattere il grasso attraverso la chimica.
Non c’è nulla da fare. La bilancia dell’umanità  continua a puntare sempre più in alto. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità  ormai si muore più di troppo mangiare che non di fame. Gli individui in sovrappeso sono 1 miliardo e mezzo in tutto il globo: il doppio rispetto al 1980. Le donne sono il 50% in più degli uomini. I bambini con meno di 5 anni ma già  in sovrappeso sono 40 milioni. Alla fine dell’anno scorso un articolo sul New England Journal of Medicine spiegava che quando si rispetta una dieta e si perde peso, nel nostro organismo si innesca un complicato gioco di ormoni che porta l’appetito ad aumentare di nuovo per recuperare il nutrimento perduto. Milioni di anni di evoluzione hanno portato la specie umana ad adattarsi alla mancanza di cibo, non alla sua sovrabbondanza. Tutti i nostri meccanismi cellulari si sono affinati per conservare energia anziché dissiparla. 
Il risultato, secondo i calcoli di Sheldon Jacobson, ingegnere dell’università  dell’Illinois, è che ogni anno le auto private americane consumano 4,3 miliardi di litri di carburante in più a causa dell’aumento di peso di conducenti e passeggeri fra 1960 e oggi. La massa in eccesso si fa sentire anche su freni e volante. Il 14 marzo del 2011 la Federal Transit Authority, un’agenzia del Dipartimento dei Trasporti americano, ha proposto di riadattare gli standard di sicurezza degli autobus pubblici da 68 a 79 chili per passeggero medio e di ricalcolare il numero massimo di persone a bordo alla luce della maggiore superficie occupata (0,16 metri quadri invece di 0,13). Ancora una volta, gli standard risalivano agli anni ’60. I nuovi automezzi dovranno essere costruiti tenendo conto dei nuovi livelli di stress per freni e sterzo. 
Una procedura simile è in corso anche presso la Federal Aviation Authority, l’agenzia che sovrintende all’aviazione civile. Sedili e cinture di sicurezza sono infatti costruiti da 60 anni per sopportare il peso di un passeggero tipo da 77 chili. Ma oggi la media degli utenti dei voli americani è di 74 chili per gli uomini e 88 per le donne. E quando le compagnie aeree hanno scelto di far pagare il doppio biglietto ai clienti oversize si sono puntualmente ritrovate in un labirinto di ricorsi legali. «La forza è il prodotto di massa per accelerazione – ha spiegato al New York Times Dietrich Jehle, che insegna Medicina dell’emergenza all’università  di Buffalo. «Se un passeggero è più pesante e non indossa la cintura di sicurezza, la forza dell’impatto sarà  necessariamente maggiore».
In Italia sui sedili dei mezzi pubblici si è intervenuti con posti a sedere extralarge. «A richiesta, sui nostri autobus possiamo sostituire alcuni sedili tradizionali con quelli Jumbo» spiega Emanuela De Vita di Irisbus-Iveco, che rifornisce di mezzi pubblici molti comuni italiani. Nelle città  più importanti questi posti larghi 63 centimetri (circa una volta e mezzo rispetto al normale) sono già  diffusi da diversi anni (Roma dal 2004, poi anche Bologna, Torino, Milano, Padova, Mantova). Nella capitale sono montati oggi su 700 bus urbani dell’Atac. Ma più svelte ad adattarsi delle aziende pubbliche erano state le ditte private. Pochi anni fa trovare una bilancia che superasse i 130 chili era quasi impossibile. Oggi la Siltec Ws1000 raggiunge i 450 chili e può essere acquistata via Internet. La ditta americana “Big John” è specializzata invece in gabinetti extra-large, con piedistalli di rinforzo, cerniere in acciaio e “ammortizzatori” di gomma tra il sedile e la ceramica. Il modello estremo raggiunge i 50 centimetri di larghezza e può reggere il peso record di 544 chili. 
Riadattare una nazione all’epidemia di obesità  può sembrare una dichiarazione di resa. «In realtà  di iniziative simili ne servirebbero di più, soprattutto in Italia» sostiene Marcello Lucchese, presidente dell’Associazione italiana obesità  e direttore della Chirurgia bariatrica al policlinico di Careggi a Firenze. «Le persone obese hanno bisogno di vivere in strutture riadattate ai loro bisogni. Perfino fare una doccia è difficile, con le dimensioni delle cabine normali». La struttura di Chirurgia bariatrica di Firenze è una delle poche in Italia a essersi attrezzata per l’assistenza di pazienti di dimensioni fuori dal comune. «Un letto normale d’ospedale – spiega Lucchese – sostiene 130 chili. Nel nostro reparto abbiamo letti rinforzati da 170 chili, ma spesso non bastano e siamo costretti ad affittarne alcuni da 227. I tavoli operatori invece arrivano a 350 chili». Le normali poltrone con i braccioli – inutilizzabili – sono state sostituite l’anno scorso a Careggi con divani più comodi. Un sollevatore (un arco di metallo cui viene agganciata un’imbracatura) serve a far alzare i pazienti quando le braccia degli infermieri non bastano. 
Delle vere e proprie gru in miniatura accanto ai letti di degenza sono state installate anche in quella che forse è la struttura modello nel mondo per le persone oversize: l’ospedale dell’università  dell’Alabama a Birmingham, il quarto più grande degli Stati Uniti. Qui l’intero edificio è stato revisionato per fare posto alle persone di taglia extra. Porte allargate, gabinetti fissati sul pavimento capaci di sopportare 120 chili, sedie a rotelle più larghe e rinforzate. Il tutto, concentrato fra quattro mura, offre uno scorcio del mondo extralarge che verrà .


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