Ciclone Bankia, altri 19 miliardi di aiuti

by Editore | 29 Maggio 2012 7:56

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Sprofondo rosso per la quarta banca spagnola parzialmente nazionalizzata a inizio maggio. Tutti i riflettori sono puntati su Bankia che ieri ha avanzato al governo un’altra richiesta di aiuti, per la cifra record di 19 miliardi di euro. In Borsa il titolo ha chiuso a -13,4 percento dopo una giornata d’inferno in cui le perdite hanno toccato il 28 percento. La Borsa di Madrid ha chiuso ai minimi da nove anni.
Ma timori e preoccupazioni si fanno strada e lambiscono anche altri istituti di credito. Lo scoppio della bolla immobiliare non lascia tranquillo nessuno. La Banca centrale spagnola ha quantificato in 300 miliardi di euro l’ammontare dei prestiti problematici concessi dalle banche nazionali. Un massiccio piano di salvataggio, è certa la Cnn, è sicuramente all’orizzonte. Secondo L’International institute of Finance l’entità  finale delle perdite che le banche spagnole potrebbero essere costrette a registrare per la loro esposizione sul mercato immobiliare si aggira intorno ai 218 – 260 miliardi. Quasi un quarto del Pil spagnolo, che secondo il Fondo monetario internazionale l’anno scorso ha di poco superato i 1160 miliardi di euro. 
Venerdì scorso l’agenzia di rating S&P ha tagliato il rating di cinque istituti bancari spagnoli, aggiungendo che è in corso di valutazione il rating di altri cinque tra i principali istituti di credito del paese. Quello di Bankia è stato declassato a «spazzatura». Alla fine della scorsa settimana l’istituto di credito, alle prese con le voragini aperte nel bilancio dallo scoppio della bolla immobiliare, ha chiesto al governo altri aiuti che uniti ai fondi già  ottenuti costeranno alle casse pubbliche 23 miliardi di euro. Bankia ha anche rivisto i suoi conti per l’anno fiscale 2011, annunciando una perdita relativa a quell’esercizio di circa 3 miliardi. Complessivamente, un record negativo per la Spagna, paese dove la disoccupazione ha toccato la percentuale record del 25 percento e i conti pubblici versano in condizioni drammatiche. 
Il premier spagnolo Mariano Rajoy ieri si è mostrato molto preoccupato. «È molto difficile finanziarsi in questo momento a causa delle tensioni sui mercati finanziari», ha detto durante una conferenza stampa assicurando che il salvataggio di Bankia «non avrà  alcun impatto sul deficit pubblico»: «La Spagna deve continuare con le riforme e procedere con i tagli al deficit altrimenti rischia di non avere più accesso ai mercati per finanziarsi», ha aggiunto il premier. Sull’onda della crisi lo spread dei bonos a dieci anni ha toccato ieri mattina un nuovo massimo storico rispetto ai bund di analoga durata, in rialzo del 55 percento dall’inizio dell’anno a oggi.
Le parole di Rajoy non hanno rassicurato nessuno e tutti si chiedono ora da dove il governo prenderà  i soldi per affrontare il piano di salvataggio. Secondo il quotidiano El Mundo, nelle prossime settimane la Spagna potrebbe chiedere aiuto al fondo salva Stati Efsf. Non solo: sempre secondo El Mundo il governo starebbe valutando in 30 miliardi le necessità  finanziarie di altre tre banche spagnole recentemente nazionalizzate: Catalunya Caixa, Novagalicia e Banco de Valencia. Il costo della crisi bancaria per le casse pubbliche salirebbe dunque a oltre 50 miliardi. Secondo l’agenzia Bloomberg invece il governo spagnolo starebbe valutando, come alternativa all’iniezione di contante, il conferimento di titoli di debito – titoli di Stato o bond emessi dal Frob, il fondo pubblico di aiuto alle banche – al gruppo bancario Bankia.

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