Bomba, 10 uomini sotto controllo E la folla tenta un linciaggio

by Editore | 22 Maggio 2012 9:41

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BRINDISI — La voglia di prenderlo, di prenderli, è fortissima, diventa ora pulsione irrazionale, pulsione di popolo, delirio di una città  che rimbalza sui siti, sulle radio e si propaga fino all’impazzimento, gente che scende in strada nel quartiere di Sant’Elia perché un abitante del posto, claudicante e con una mano offesa come sarebbe l’uomo del video, è stato portato in Questura per essere interrogato insieme a suo fratello. «Controlli di routine», seguitano a smentire gli inquirenti. Niente fermati e niente indagati, per ora. Solo sospettati, certo: le case di 10 persone sono state perquisite a dovere. E così pure i loro alibi, passati al setaccio durante lunghi e incalzanti colloqui alla ricerca di contraddizioni.
Ma la bomba nella scuola ha fatto troppo male a Brindisi, il sorriso dolce di Melissa è una spina nel cuore di tutti, c’è voglia di giustizia. Anzi, di linciaggio. Ieri sera, un’auto civetta della polizia è uscita dal cancello della Questura sgommando e si è trovata di fronte una piccola folla di persone inferocite, calci e pugni su quella macchina, perché erano tutti convinti che lì dentro ci fosse il killer del telecomando, il mostro in manette, la fine dell’incubo. E invece «non gli abbiamo ancora messo il fiato sul collo, la svolta non c’è stata», ammette un inquirente alla fine di un’altra giornata lunghissima.
Il giorno del funerale di Melissa Bassi a Mesagne: la chiesa madre gremita però anche di poliziotti e carabinieri in borghese, che hanno filmato i volti di tante persone, sicuramente di quelli più somiglianti per metterli a confronto poi, al computer, con l’orribile sagoma immortalata dalla telecamera del chioschetto dei panini. Perché il killer-voyeur che ha voluto rimanere a guardare lo scempio da vicino, potrebbe — secondo gli investigatori — aver deciso ieri di non perdersi pure l’ultima, tragica, rappresentazione del male commesso.
La comparazione al computer, però, non sarà  facile: l’immagine originale è sfocata, la definizione del viso che oggi è al 50 per cento — secondo gli esperti — grazie alla tecnologia potrà  arrivare al 55. Forse troppo poco per dare un colore agli occhi, un’espressione più chiara ai lineamenti. Potranno aiutare le decine di impronte raccolte sul chiosco, allora. Oppure il Dna già  estratto dai mozziconi di sigaretta. Se quell’uomo è un pregiudicato, le banche-dati degli investigatori permetteranno presto un raffronto e con un po’ di fortuna si potrà  arrivare alla soluzione del grande enigma. Di sicuro, l’uomo in questione «oscilla tra l’indifferenza e la cattiveria», ragionano i detective. Adesso però ha davanti tre opzioni: «Spararsi, scappare oppure consegnarsi alla giustizia» dice la fonte investigativa. Ma c’è un’ulteriore possibilità , la più tremenda: «Lui ci sta sfidando».
I muri di Brindisi ora sono tappezzati con le foto, pubblicate dai giornali, di quei frammenti di video con l’uomo del telecomando in primo piano: la fuga di notizie, però, ha irritato moltissimo gli inquirenti, lo stesso procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, lo ha considerato un grosso favore fatto al responsabile della strage. Così è stata anche aperta un’inchiesta. Intanto stanno arrivando decine di segnalazioni, telefonate di persone che credono di aver riconosciuto il killer nel vicino di casa. Miraggi, allucinazioni, ma chi ha detto che alla fine non possa venire l’imbeccata giusta? 
«Non si esclude alcuna pista e non ci sono indagati», ha detto ieri il ministro della Giustizia, Paola Severino, in conferenza stampa in Prefettura. E dunque ancora mafia e terrorismo non lasciano da sole sul campo l’ipotesi del folle o del nemico giurato della scuola «Morvillo Falcone». Sullo sfondo, ancora poco nitidi, restano il movente e la presenza di eventuali complici, ha chiarito il ministro Severino. E la collega dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, ha potuto soltanto confortare i pugliesi annunciando un piano per la sicurezza delle province di Brindisi, Taranto e Lecce. Sapendo bene, comunque, dentro di sé, che solo quando Melissa avrà  ricevuto davvero giustizia, questa terra tornerà  in pace e si sentirà  più al sicuro.

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