by Editore | 16 Maggio 2012 9:17
MILANO – È durata dieci giorni l’occupazione della Torre Galfa, un grattacielo a due passi dalla Stazione centrale abbandonato da anni: ieri mattina presto polizia e carabinieri hanno sgomberato i ragazzi di Macao, un laboratorio collettivo di artisti – come si erano definiti – che il 5 maggio avevano fatto il loro ingresso nel palazzone della Fondiaria Sai, uno dei simboli del degrado milanese. Messi alla porta senza incidenti, anche perché se lo aspettavano, i ragazzi si sono accampati in strada, sotto la torre, chiamando a raccolta sempre più gente – tra i primi ad arrivare, il premio Nobel Dario Fo, sostenitore da subito del collettivo – decisi a resistere nonostante per nove di loro sia scattata la denuncia per occupazione abusiva.
È tutto da vedere, a questo punto, se i ragazzi accetteranno la proposta del sindaco Giuliano Pisapia, che ieri pomeriggio è andato lì a portarla di persona: trasferirsi entro poche settimane, con altre associazioni, nell’ex area industriale dell’Ansaldo (di proprietà del Comune) che diventerebbe così una Officina per la creatività e l’innovazione. «Voi siete una ricchezza per la città », ha detto Pisapia in via Galvani, aggiungendo di voler aprire un dialogo con i proprietari di spazi privati abbandonati come quel grattacielo (comprata da Ligresti nel 2006, ma vuota da metà degli anni Novanta), per metterli a disposizione di realtà come Macao almeno fin quando restano vuoti. A questo ha applaudito il popolo di Macao, per il resto non del tutto convinto dalle promesse del sindaco e della giunta, rimproverata di aver avuto «poco coraggio». È un tentativo, quello di Pisapia, di uscire dall’angolo in cui il Comune è finito in questi dieci giorni di polemiche, tra le richieste di sostegno degli occupanti e delle decine di personalità della cultura che si sono mosse per Macao e le proteste del centrodestra, dal governatore Formigoni in giù (con qualche perplessità anche nella maggioranza) per la mancanza di una presa di posizione dura dell’amministrazione contro una occupazione abusiva. «È uno spazio privato, altre istituzioni devono decidere», aveva detto lunedì il sindaco, salvo poi ieri mattina, a intervento appena fatto e prima di riunire la giunta per decidere il da farsi, dettare: «Gli sgomberi non danno soluzioni, ma pongono altri problemi».
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