by Editore | 31 Maggio 2012 14:27
Dopo l’ampia mobilitazione sul web e sui mezzi di informazione degli ultimi mesi, il 21 maggio è arrivata anche una interrogazione parlamentare ai ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro (primo firmatario Guido Peluffo del Pd), e infine una serie di accordi negli ultimi giorni che hanno riaperto i giochi per molte dipendenti.
Il 22 maggio a Roma si è definita infatti la cassa in deroga fino a fine anno per 38 delle 43 lavoratrici del centro commerciale La Romanina; le altre 5 dipendenti sono state ricollocate. L’impegno di Autogrill, spiegano alla Filcams, è di richiamare le dipendenti in cassa in caso di necessità . Ieri a Milano, invece, l’intesa per la ricollocazione dei 7 lavoratori del punto ristoro di Bisceglie (per altri 8 lavoratori dei 15 totali si era già trovata una soluzione).
Resta aperta purtroppo la questione dei 25 addetti del Burger King di Bologna, e quella di altri 7 della mensa Vodafone di Milano Caboto. Ma mentre nel primo caso il gruppo che rileverà la concessione, ovvero McDonald’s, ha accettato un incontro per i primi di giugno (il che apre degli spiragli), sui 7 dipendenti milanesi per ora è buio pesto, in quanto la Compass, che ha rilevato la mensa Vodafone, non vuole saperne di assorbirli. Nè Autogrill per ora si dichiara disponibile a un ricollocamento nei suoi punti vendita lombardi, come è avvenuto per Bisceglie.
Secondo Giorgio Ortolani, della Filcams Cgil di Milano, «ha pagato l’unità del sindacato, che ha ricordato ad Autogrill e Benetton i codici etici e di responsabilità sociale di cui hanno sempre fatto vanto, oltre agli impegni da contratto: mettere in campo quella contraddizione tra parole e azioni, ha provocato una reazione». Evidentemente, per quanto «induriti» dalla crisi, Autogrill e Benetton guardano ancora alla propria immagine pubblica.
Ma secondo il sindacato, «ha contribuito in modo fondamentale anche la mobilitazione in prima persona dei lavoratori: hanno utilizzato Internet e postato video realizzati da loro stessi su Youtube – continua Ortolani – Ed è stata importantissima la pressione dell’opinione pubblica e in alcuni casi anche della politica, grazie alla campagna di giornali, tv e Internet».
In particolare, nei giorni clou della protesta, gliattivisti del Post Viola e dell’Isola dei cassintegrati avevano lanciato la minaccia di un boicottaggio dei ristoranti Autogrill. Inoltre, un post-bombing del popolo del web aveva colpito la bacheca di Alessandro Benetton, che aveva anche sentito la necessità di rispondere personalmente.
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