Antonveneta, pene ridotte a Fazio e Consorte

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MILANO – Il fulcro era e resta l’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio. La sentenza d’appello del processo alla tentata scalata ad Antonveneta da parte della Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani ridisegna in parte lo scenario dell’estate dei furbetti del quartierino. Ma non lo stravolge. La lettura delle pene, tutte ridotte, e delle assoluzioni sembra confermare un quadro in cui il principale artefice del tentativo di far rimanere italiana la banca veneta sia sempre stato Fazio con al suo fianco Fiorani, aiutati da Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti allora al vertice della compagnia assicurativa Unipol, e dall’immobiliarista Luigi Zunino. Altri protagonisti se ne sono andati dal processo attraverso vari patteggiamenti o nemmeno ci sono entrati. La novità  sta nel fatto che i giudici della quinta corte d’appello, presieduta da Luigi Cerqua, hanno emesso una raffica di assoluzioni per molti imputati minori, il cosiddetto gruppo dei “bresciani e lodigiani”, affaristi, amici e altro, utilizzati da Fiorani e Fazio per rastrellare occultamente i titoli di Banca Antonveneta. 
Nel dettaglio, Fazio ha visto ridursi da quattro anni a due anni e sei mesi la pena contro una richiesta della procura generale di una riduzione a tre anni. A Fazio, imputato per aggiotaggio, sono state riconosciute le attenuanti generiche. Per Consorte e Sacchetti, accusati di ostacolo all’autorità  di vigilanza e aggiotaggio, la pena è scesa da tre anni a un anno e otto mesi. La condanna di Fiorani è stata abbassata da un anno e otto mesi a un anno (in continuazione con altra sentenza), mentre quella dell’immobiliarista Zunino, anche lui imputato per aggiotaggio e ostacolo, è stata portata da due anni e otto mesi a un anno e sei mesi (con sospensione della pena) e quella del fiduciario svizzero di Fiorani, Francesco Ghioldi, da sei anni a quattro anni e tre mesi (con 3mila euro di multa). La corte d’appello ha invece assolto «per non aver commesso il fatto» il senatore del Pdl Luigi Grillo, considerato uno degli ufficiali di collegamento con la politica (in primo grado era stato condannato a due anni e otto mesi per le accuse di aggiotaggio e appropriazione indebita). Gli altri assolti sono Marcello Dordoni, Giuseppe Ferrari Aggradi, Luigi Gallotta, l’ex calciatore Giampiero Marini, Luigi Pacchiarini, Paolo Raimondi, Sergio Tamagni e Carlo Baietta (tutti condannati a un anno e otto mesi in primo grado), mentre è stato dichiarato il “non doversi procedere” contro il trader Bruno Bertagnoli (che era stato condannato a un anno e sei mesi in primo grado). 
Ne esce bene anche la compagnia di assicurazione Unipol, coinvolta per la legge 231 sulla responsabilità  amministrativa degli enti giuridici. Il Tribunale ha revocato la confisca di 39,6 milioni di euro in quanto la somma non costituisce provento di reato. Nei confronti della società  è stata invece ridotta la sanzione pecuniaria a 230mila euro. Anche alla Nuova Parva di Zunino, l’altra società  imputata, è stata ridotta la sanzione a 100mila euro. «Per noi è una sentenza deludente, ricorreremo in Cassazione» ha dichiarato il legale di Fazio, Franco Coppi. Ricorreremo perché «l’impianto accusatorio è stato completamente smontato», ha aggiunto l’avvocato di Consorte, Giovanni Dedola. «Siamo soddisfatti per la riduzione della pena. Siamo curiosi di leggere le motivazioni», ha concluso l’avvocato Michele Apicella, legale di Fiorani.


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