Visco: recessione, poi crescita nel 2013

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Per il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, il 2012 sarà  certamente un anno di recessione per l’Italia, ma con la Bce che con il suo intervento sulla liquidità  ha evitato il «credit crunch», e le riforme messe in campo dal governo, già  ci sono gli spiragli per vedere la crescita che tornerà  al più tardi nel 2013. Visco ha parlato a margine del vertice dei ministri finanziari a Copenaghen (Ecofin); al suo fianco, il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli, che ha invitato a non drammatizzare l’andamento degli spread, la cui oscillazione ancora dipende dall’elevata volatilità  dei mercati. Le parole di Visco contraddicono quanto detto dal ministro per lo sviuppo Corrado Passera l’altro giorno, per il quale – oltre a una recessione certa per il 2012 su cui il banchiere concorda – la stretta del credito (credit crunch) c’è per imprese e famiglie. Così come la crisi continua mordere pesantemente, sul lavoro in particolare. Ma da Copenaghen sono stati inviato soltanto messaggi di ottimismo: «L’Italia ha fatto progressi enormi, i mercati hanno riconosciuto i suoi sforzi», ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Per Visco, per rimettere l’economia in un circolo virtuoso, occorre che la stabilità  finanziaria continui, che i tassi di interesse restino bassi e che ci sia un «ritorno di fiducia tale da attrarre investimenti sia interni sia dall’estero». Investimenti che vanno però incentivati con riforme che riducano le «rigidità  amministrative, i costi di transizione e altre difficoltà  che si incontrano sui vari mercati». Poi un messaggio al governo: non si deve pensare che le riforme strutturali a cui lavora il governo, come la riforma del lavoro, diano subito effetti sulla crescita: «Non sono misure che determinano immediatamente maggiore crescita», ha precisato il governatore, spiegando come esse gettino però le basi di un percorso di rilancio e siano fondamentali per veder ripartire l’economia italiana.


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