Vendola indagato per abuso d’ufficio “Favorì la nomina di un primario”

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BARI – Una conferenza stampa convocata all’improvviso, nel pomeriggio. «Sono indagato, ho appena ricevuto un avviso di garanzia: l’ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino, mi accusa di aver pilotato un concorso da primario. Ma io, a questo concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore. E il professor Sardelli era il più bravo». Un nuovo scandalo giudiziario si abbatte sulla Puglia. Questa volta però non c’entrano le cozze pelose di Emiliano, ma la sanità  di Nichi Vendola. Ieri il procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno e i sostituti Desirèe Digernonimo e Francesco Bretone hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini al governatore Vendola e all’ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino. Concorso in abuso d’ufficio l’accusa per il governatore, abuso d’ufficio per Lady Asl. L’inchiesta si basa sulle dichiarazioni della stessa Cosentino che nell’aprile scorso raccontò di aver ricevuto pressioni da Vendola perché «venissero riaperti i termini del concorso da primario di Chirurgia toracica dell’ospedale barese San Paolo in modo che potesse parteciparvi un medico che egli intendeva favorire, Paolo Sardelli». Il fine di Vendola, secondo la procura, era di «favorire esclusivamente la situazione personale di Sardelli insistentemente segnalata dallo stesso Vendola (…) in assenza di un fondato motivo di pubblico interesse». «Vendola – ha spiegato ai pm la Cosentino – mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi. Io, a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già  composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d’accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità .

Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata. Vinse il dottor Sardelli poiché in effetti era il più titolato. Sardelli poi mi impose attraverso Vendola di fare una ristrutturazione del reparto». Vendola prova a parare i colpi.

Spiega che Lady Asl ha del «rancore nei suoi confronti per averla licenziata» appena scoppiati gli scandali sulla malasanità . E a dimostrarlo c’è la richiesta di un risarcimento di tre milioni di euro nei confronti della Regione Puglia. Il governatore insiste, spiega che le accuse «non si basano su intercettazioni» e che i virgolettati “non preoccuparti, ti copro io” e “questa cosa la devi fare a tutti i costi” che gli vengono attribuiti «sono della dottoressa Cosentino che descrive i fatti secondo la sua FOTO:ROMANIELLO memoria». La stessa manager che l’estate scorsa in un ristorante a Roma, prova a passare un dossier su Vendola al senatore Franco Astore (gruppo misto), perché lo giri a Berlusconi e ai suoi giornali.

Vendola però, non parla di complotti. Ma nemmeno di possibili dimissioni: «Non ci ho pensato un istante – dice Vendola – la mia iscrizione nel registro degli indagati era probabilmente un atto dovuto». Sul suo coinvolgimento in un’inchiesta giudiziaria, il leader dell’Idv, Di Pietro afferma che «tutti possono essere chiamati dal magistrato ma chi è innocente e non ha nulla da temere ci va di corsa». Ironico il commento del capogruppo dei senatori pdl, Maurizio Gasparri: «Esterrefatto per la rapidità  con la quale la procura di Bari ha indagato Vendola».


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