Val di Susa, via agli espropri anti Tav
TORINO — «Sarà dura, la nostra non è una guerra, ma un’opposizione infinita», ripete con cadenza dialettale il leader dei No-Tav Alberto Perino. Si apre così l’assemblea del movimento nel piazzale davanti al campo di calcio di Giaglione. Pioggia battente, poi la neve, temperatura prossima allo zero, si capisce subito che la fiaccolata (prevista per ieri sera) non sarà come la si immaginava. Nessuno, però, sembra voler rinunciare alla «passeggiata» alle reti del cantiere prima dello scadere della mezzanotte. Cioè prima dell’entrata in vigore dell’ordinanza del prefetto Alberto Di Pace che vieta a chiunque di avvicinarsi alla Maddalena, pena l’arresto. Ma la passeggiata la fanno in pochi, non più di 200 persone e qualcuno sotto l’ombrello accende la fiaccola. L’appuntamento vero è per oggi, alle cinque del mattino. Per una manifestazione di protesta contro gli espropri dei terreni. Un corteo partirà da Giaglione e tenterà di presidiare un’area, ancora non recintata, prossima al cantiere, ma fuori dal perimetro off limits. Altri si troveranno a Chiomonte un’ora dopo, davanti alla centrale elettrica, all’imbocco di Strada dell’Avanà . Proprio lì, alle 9, sono stati convocati i 60 proprietari dei terreni (già recintati) e che oggi saranno espropriati. «Li faremo entrare — spiegano da Ltf, la ditta francese incaricata degli scavi del tunnel geognostico — e li trasferiremo a bordo di un pulmino sui terreni. Non pensiamo che la procedura durerà a lungo: tre, quattro ore».
E sui terreni, presidiati da seicento, tra poliziotti e carabinieri, oltre ai tecnici francesi, ci sarà il notaio incaricato di redigere gli atti, i legali dell’azienda, ma anche gli avvocati del «legal team» che assistono i No-Tav. Dunque è probabile che le procedure andranno ben oltre le quattro ore previste, perché i proprietari (tutti esponenti del movimento che hanno acquistato 2-3 metri quadrati di terreno ciascuno) hanno annunciato ostruzionismo. «Faremo il possibile», ha detto Perino che oggi nel cantiere rappresenterà Luca Abbà (il No-Tav rimasto ferito un mese fa e intestatario di un piccolo appezzamento). Fuori dai cancelli ci saranno gli altri: valsusini, esponenti dei centri sociali, aderenti all’area anarco-insurrezionalista, ad incitare e a protestare. Sui siti Internet vicini ai No- Tav, nelle chat e nei forum, negli ultimi sette giorni è stato un ripetersi di adesioni da parte di gruppi antagonisti di altre città italiane e sono annunciati arrivi anche da Spagna e Francia. E chi non raggiungerà la valle parteciperà ai presidi organizzati nelle piazze di 30 città italiane. L’attività della polizia, riferisce la Digos, sarà preventiva: negli ultimi due giorni sono stati intensificati i controlli nelle stazioni e ai caselli della Torino–Bardonecchia. A preoccupare è l’annuncio dell’assemblea indetta per oggi alle 17 di un «presidio internazionale a San Giuliano», tra Bussoleno e Susa, dove sorgerà la «Stazione ferroviaria internazionale» della Torino–Lione. E San Giuliano si trova a due passi dall’A32: «Da lì — è stato detto ieri — cominceremo a dare fastidio», sembra l’annuncio dell’ennesima occupazione dell’autostrada.
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